(di Massimiliano D’Elia) Silvio Berlusconi, ancora una volta, si prende la scena, in uno dei momenti più delicati  per il Paese, e alla fine e’ risultato il “salvatore” dell’irreparabile, del fallimento di oltre 60 giorni di consultazioni inutili. Chissà quali promesse sottobanco abbiano davvero convinto il Cavaliere a cambiare rotta. Sicuramente la minaccia del M5S sulle emittenti Mediaset cadrà nell’oblio, poi c’e’ la questione Dell’Utri (in carcere per concorso esterno alla mafia). A quanto pare, durante le consultazioni Berlusconi ne ha fatto accenno al Presidente Mattarella. Non ci stupiremmo se,fra qualche tempo, Dell’Utri potrà usufruire di amnistia da parte del Presidente della Repubblica. Per il bene del Paese non importa, l’importante e’ fare subito, altrimenti Francia e Germania continueranno  a governare le sorti dell’Europa in salsa franco-tedesca.
La dichiarazione di questa notte del leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
Il Paese da mesi attende un governo. Continuo a credere che la soluzione della crisi più naturale, più logica, più coerente con il mandato degli elettori sarebbe quella di un governo di Centro-Destra, la coalizione che ha prevalso nelle elezioni, guidato da un esponente indicato dalla Lega, governo che avrebbe certamente trovato in Parlamento i voti necessari per governare. Questa strada non è stata considerata praticabile dal Capo dello Stato.
Ne prendo atto.
Da parte nostra non abbiamo posto e non poniamo veti a nessuno, ma – di fronte alle prospettive che si delineano – non possiamo dare oggi il nostro consenso ad un governo che comprenda il Movimento Cinque Stelle, che ha dimostrato anche in queste settimane di non avere la maturitĂ politica per assumersi questa responsabilitĂ .
Questo lo abbiamo sempre detto, e per quanto ci riguarda non è mai neppure cominciata una trattativa, né di tipo politico, né tantomeno su persone o su incarichi da attribuire.
Se però un’altra forza politica della coalizione di centro-destra ritiene di assumersi la responsabilità di creare un governo con i cinque stelle, prendiamo atto con rispetto della scelta. Non sta certo a noi porre veti o pregiudiziali.
In questo caso non potremo certamente votare la fiducia, ma valuteremo in modo sereno e senza pregiudizi l’operato del governo che eventualmente nascerà , sostenendo lealmente, come abbiamo sempre fatto, i provvedimenti che siano in linea con il programma del centro-destra e che riterremo utili per gli italiani.
Se invece questo governo non potesse nascere, nessuno potrĂ usarci come alibi di fronte all’incapacitĂ – o all’impossibilitĂ oggettiva – di trovare accordi fra forze politiche molto diverse.
Di più a noi non si può chiedere, anche in nome degli impegni che abbiamo preso con gli elettori.
Tutto ciò non segna la fine dell’alleanza di centro-destra: rimangono le tante collaborazioni nei governi regionali e locali, rimane una storia comune, rimane il comune impegno preso con gli elettori.
Continuiamo a lavorare per tornare a vincere, ma soprattutto perché torni a vincere l’Italia.