L’Australia continua a negare la libertà di movimento a un ex ufficiale dell’intelligence che ha rivelato che Canberra avrebbe fatto pressione su uffici governativi nella piccola isola di Timor Est, nel tentativo di assicurarsi un lucroso accordo petrolifero. Si ritiene che l’ex ufficiale dei servizi segreti, noto solo come “Testimone K.”, fosse un ex direttore delle operazioni tecniche dell’Australian Secret Intelligence Service (ASIS), l’agenzia australiana di intelligence estera. Nel 2013, ha contestato pubblicamente un’operazione di raccolta di informazioni che ha colpito l’impoverita nazione delle isole del Pacifico di Timor Est.
Secondo Testimone K., un gruppo di ufficiali dell’ASIS, travestito da membri di una squadra per la manutenzione ha messo numerosi dispositivi di sorveglianza elettronica in un complesso governativo di Timor Est. Le informazioni interne raccolte da quei dispositivi presumibilmente consentirono al governo australiano di prendere il sopravvento in una serie di negoziati complessi che portarono al trattato del 2004 di alcuni accordi marittimi nel Timor Sea (CMATS). Il trattato assegna all’Australia una quota dei profitti derivanti dalle esplorazioni petrolifere nel giacimento di petrolio e gas della Greater Sunrise, che è rivendicata sia dall’Australia che da Timor Est. Ma nel 2013, il governo di Timor Est ha portato l’Australia alla Corte di Arbitrato Permanente dell’Aia, sostenendo che il trattato CMATS dovrebbe essere interrotto. Timor Est ha affermato che durante i delicati negoziati che hanno preceduto il trattato CMATS, il governo australiano era in possesso di informazioni acquisite tramite l’intercettazione dell’ASIS.
La richiesta del governo di Timor Est fu sostenuta dal Testimone K., il quale sostenne che l’operazione di spionaggio di ASIS era “immorale e sbagliata” perché era stata progettata per beneficiare degli interessi di grandi conglomerati di energia e non aveva nulla a che fare con la sicurezza nazionale australiana. Ma non appena Timor Est dichiarò alla Corte di Arbitrato Permanente che avrebbero interrogato un testimone dell’ASIS, ufficiali dell’Australian Security Intelligence Organization (ASIO), l’agenzia di intelligence interna del paese, fecero irruzione negli uffici di Canberra di Bernard Collaery, l’avvocato di Testimone K. Hanno portato via i documenti che hanno rivelato l’identità di Testimone K., e poi hanno proceduto a trattenerlo per poterlo interrogare. Hanno anche confiscato il suo passaporto, che gli ha impedito di recarsi in Olanda per testimoniare sul caso.
Nei mesi che seguirono, il governo australiano imbarazzato concesse a Timor Est di rinegoziare il trattato CMATS. Questa settimana è stato ufficialmente firmato un nuovo trattato. Ma Bernard Collaery, i cui uffici sono stati perquisiti dall’ASIO nel 2013, e che ora fa l’avvocato del Testimone K., ha detto oggi che il governo australiano continua a trattare il suo cliente in modo “vergognoso”. Secondo Collaery, l’ex spia ha lanciato un appello ufficiale per farsi restituire il passaporto da ASIO. Il direttore dell’agenzia ha parlato pubblicamente a favore della richiesta del Testimone K. Ma il governo australiano ha rifiutato di permettere al denunciante di lasciare il paese, e continua a descriverlo come una minaccia per la sicurezza. L’Avvocato ha detto ai giornalisti che il continuo rifiuto del governo australiano di restituire il suo passaporto è un atto di “pura rappresaglia” nei confronti del suo cliente.
Il caso di Testimone K. è stato ampiamente seguito dai media australiani e internazionali e ha spinto numerose richieste da parte di gruppi legali e agenzie per i diritti umani di Canberra a rispettare il diritto internazionale. Vale la pena notare che il Testimone K. ha detto di aver deciso di rivelare l’operazione di intercettazione ASIS nel 2012, dopo aver appreso che l’ex ministro degli esteri australiano, Alexander Downer, era stato assunto come consulente di Woodside Petroleum, una compagnia energetica che era direttamente beneficiando del trattato CMATS.