166 sono i lavoratori di una partecipata, Capitale Lavoro Spa (ex Provincia di Roma) che, dopo 16 anni di attività a sostegno della PA, saranno ceduti in affitto per due anni ad un’altra partecipata della Regione, Laziocrea Spa. Poi cosa accadrà? Questa la domanda che, come un tarlo, tiene svegli di notte i 166 dipendenti di Capitale Lavoro Spa e le rispettive famiglie. Il futuro per definizione è incerto, poi con provvedimenti poco chiari ed improvvisati con fondi da trovare, l’incubo è preannunciato.
In un momento in cui il governo centrale sta favorendo politiche di inclusione e di sostegno ai lavoratori, nella Regione Lazio, il governatore Nicola Zingaretti starebbe pensando ad una soluzione che solo a leggerla fa rabbrividire: “lavoratori in affitto….con fondi da trovare di volta in volta”.
Perchè Zingaretti non parla, “collabora” con il ministro del Lavoro Luigi Di Maio? Ah, vero….il PD è all’opposizione!
Eppure il ministro Di Maio ha già annunciato che saranno 10mila le nuove figure professionali in tutta Italia, “i navigator”, che lavoreranno presso i CPI, per il provvedimento più atteso, “il reddito di cittadinanza”.
Peccato, tuttavia, che la figura professionale del “navigator”, preveda il titolo di laurea (Giurisprudenza, Economia, Scienze della Formazione, Sociologia, Psicologia e Scienze Politiche). Il bando di concorso uscirà a febbraio.
6mila saranno assunti da ANPAL e 4mila dalle Regioni sparse in tutt’Italia. Oggi presso i CPI in Italia ci sono già 8mila dipendenti che sommati ai 10mila navigator, si raggiungerà la cifra record di 18mila unità. Prevedibili, quindi, i problemi fisici: luoghi idonei, scrivanie e pc per ogni lavoratore.
La situazione è critica, tant’è che le associazioni di categoria hanno deciso di rivolgersi direttamente al Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, visto che la soluzione della cessione in affito non convince proprio.
L’USB, in un comunicato, ha reso noto che lunedì 28 gennaio 2019 ha organizzato un sit-in davanti al Ministero del Lavoro per chiedere l’internalizzazione di tutti i lavoratori che operano nei CPI e per rendere pubblica la pessima proposta avanzata da Zingaretti & C.
“USB sostiene che la soluzione di Zingaretti è una perversione del mercato del lavoro”. I lavoratori dei Centri per l’Impiego, che dovrebbero garantire un lavoro a chi non ce l’ha e che presto saranno sommersi dallo tsunami del reddito di cittadinanza, oggi combattono per il posto di lavoro al termine di un tourbillon ormai quindicennale di riforme, controriforme e contro-controriforme”.
L’Unione Sindacale di Base aveva già dichiarato a dicembre scorso lo stato d’agitazione del personale e oggi annuncia che continuerà in prima linea la battaglia per l’internalizzazione dei lavoratori, senza distinzione alcuna, anche in difesa dei lavoratori di Laziocrea S.p.A. che operano negli altri CPI laziali.
Approfondimenti internalizzazione
Il personale di ruolo nella CMRC (Città Metropolitana di Roma Capitale) è di 3702 unità, dove i dipendenti di Capitale Lavoro, oscillano tra il 46, 48% dei dipendenti di ruolo dei CPI ex area metropolitana.
Gli ambiti nei quali prestano le stesse professionalità dei colleghi di ruolo sono: accoglienza, iscrizioni, preselezione, orientamento, stage, comunicazioni on line, apprendistato, avviamenti nella pubblica amministrazione, mobilità, obbligo formativo, ammortizzatori sociali, S.I.L.D. Servizio Inserimento al Lavoro Disabili (ex collocamento obbligatorio).
Ora visto il D. Lgs. n. 150/2015 per rispettare i lep Livelli essenziali delle prestazioni, i lavoratori di Capitale Lavoro nei Cpi, sono stati finanziati questi anni, viste le percentuali sopra citate nella composizione del personale dei CPI, al fine di non interrompere i servizi ai sensi del buon andamento della PA, previsto dalla Costituzione.
Inoltre, dal 2016 i finanziamenti sono erogati direttamente dall’Ente proprietario e non FSE (fondi SERPAR).
Diverse le sentenze della Corte Costituzione, dopo più di 16 anni di permanenza del personale di Capitale Lavoro nella PA.
“Infatti, questa Corte ha ripetutamente affermato che il principio di cui all’art. 97 Cost. può, in limitati casi, consentire la previsione di condizioni di accesso intese a consolidare pregresse esperienze lavorative maturate nella stessa amministrazione, ma «l’area delle eccezioni» deve essere delimitata in modo rigoroso e subordinata all’accertamento di specifiche necessità funzionali dell’amministrazione e allo svolgimento di procedure di verifica dell’attività svolta (è citata la sentenza n. 215 del 2009).
L’elusione del principio del concorso pubblico renderebbe, altresì, possibile «un’eccessiva e non preventivabile compressione del carattere aperto dei meccanismi di selezione, così da consentire, in ultima analisi, che la selezione del personale a mezzo di concorso pubblico sia relegata a ipotesi marginali e sia assicurata entro percentuali esigue e, comunque, non predeterminate (cfr. sentenza n. 213 del 2010)».
Corte Costituzionale Sentenza 40/2018 …”Chiedendo al più presto l’internalizzazione, in quanto altre soluzioni, potrebbero compromettere la funzionalità e il buon andamento della PA, soprattutto in vista dell’imminente reddito di cittadinanza”.