(di Massimiliano D’Elia) Lo #spread ieri si è attestato a 281 punti base. Le continue liti tra Di Maio e Salvini è un’occasione ghiotta per i mercati per tenere al guinzaglio l’Italia. Luigi Di Maio avverte: “Basta sparate da irresponsabili. Sforare il 3% del rapporto deficit-Pil non si può”.
Matteo Salvini, invece, risponde: ”Si deve e si dichiara pronto a sfondare anche il parametro del debito del 130 140%. Tiriamo dritti finché la disoccupazione non sarà dimezzata, e se qualcuno a Bruxelles si lamenta ce ne faremo una ragione”. La Commissione Ue, sempre ieri ha minacciato una procedura di infrazione, laddove si miri a sforare il 3% del rapporto deficit/Pil.
Il dilemma del Consiglio dei Ministri
Tra smentite e flebili conferme poi si è avuta l’ufficialità: Il Consiglio dei ministri di lunedì prossimo è confermato.
L’ordine del giorno, ridotto all’osso, si concentra sulle nomine del nuovo Ragioniere generale dello Stato e del Comandante della Guardia di Finanza. Probabilmente si discuterà anche delle nomine di tutti i vice direttori dei servizi d’intelligence.
Salvini, invece, tende sempre più a creare il “vulnus” di qualcosa che avverrà il giorno dopo le elezioni del 26 maggio e spinge per poter “decretare” lunedì su autonomie e sicurezza. Di Maio, al riguardo, stuzzica l’alleato di governo: “Offeso dal caso #Siri, rifiuta un vertice di Governo prima della riunione a Palazzo Chigi”. Un vertice che, invece, il numero due della Lega Giorgetti, ritiene opportuno.
Infatti dopo l’ultimo consiglio dei ministri che ha sancito l’allontanamento di Siri, Matteo Salvini non ha più incontrato e parlato con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con il vice premier Luigi Di Maio.
La “soft war” avviene anche in Aula dove la Lega ha presentato gli emendamenti al decreto crescita sul pacchetto famiglia – bonus bebé e detrazioni sui pannolini – rallentando il provvedimento sventolato ai quattro venti da Di Maio, in formato “promessa elettorale”.
I Cinque Stelle, invece quale contromisura, hanno inserito nel decreto Calabria la norma “anti-raccomandati” sulle nomine nelle Asl. Un botta e risposta che nuoce agli italiani. Si discute e ci si accapiglia sul nulla, mentre l’Italia continua la sua deriva verso lidi inesplorati.
Salvini poi non ferma il suo istinto e provoca Di Maio: “C’è troppa sintonia tra Pd e M5S”. E il leader del M5S replica: “Nessuna sintonia. È la Lega che si sta spostando su posizioni di ultradestra”.
Nel frattempo al Quirinale si fanno le prove tecniche di elezioni: governo tecnico, un Conte bis con rimpastino o anticipo delle elezioni?
Con Lega e 5 Stelle ai ferri corti il presidente della Repubblica Sergio #Mattarella è preoccupato della prossima legge di bilancio, troppo importante per essere lasciata agli umori contrastanti di due forze politiche oramai vicine al divorzio.
Le sfide riguardano il debito pubblico e deficit alle stelle con la crescita che rasenta lo zero. Poi c’è la scure dell’aumento dell’Iva da evitare con trenta miliardi di euro.
Una partita difficilissima per il Capo dello Stato per la quale già starebbe lavorando giorno e notte per essere pronto il 27 maggio con soluzioni “credibili”.
Poi c’è l’altra lettura. Il 27 maggio, potrebbe finire tutto e i due partiti di maggioranza potrebbero convergere nuovamente reimpostando la strategia sul #contratto di governo. Questa lettura, tuttavia, potrebbe rivelarsi non attuabile in considerazione delle nuove percentuali di gradimento che avranno #Lega e #5Stelle all’indomani dei risultati delle elezioni europee.