Il Tribunale di Roma ha accolto la richiesta della società di trasporti di sospendere l’ordinanza che richiedeva l’interruzione dei servizi a partire dal 17 aprile. Il migliaio di vetture guidate da autisti professionisti (Ncc) che rispondono a Uber coprono più di 80 mila richieste. Contestualmente alla domanda di sospensione, presentata martedì 11 aprile, Uber si era infatti appellata contro l’ordine di bloccare l’attività per «concorrenza sleale» nei confronti dei tassisti.
La prima udienza è in calendario il 5 maggio. Al fianco di Uber ci sarà Altroconsumo.
Il Tribunale civile di Roma ha accolto il 7 aprile un ricorso dei tassisti e si è pronunciato in base alla legge in vigore, la 21 del 1992 (poi modificata nel 2008) che distingue l’attività di Ncc e auto bianche. La vera partita si sta giocando in Parlamento invitato più volte dell’Antitrust ad aggiornare regole vecchie, soprattutto perché precedenti all’avvento della Smart technology. Nel decreto Milleproroghe di febbraio scorso l’emendamento Lanzillotta ha aperto agli Ncc di Uber togliendo il rientro in rimessa dopo ogni corsa, che di fatto impediva alle auto nere di prendere nuovi clienti. E’ stata presentata domanda di appello poiché e’ in controtendenza rispetto alle linee guida europee in materia di apertura al mercato dei trasporti e al più recente Milleproroghe, che ha ribadito la non vigenza del rientro in rimessa per gli Ncc. In febbraio, mentre sia taxi sia Ncc protestavano, il governo si era impegnato a riformare l’intero settore nel giro di un mese, ma ancora nulla.
Quanto sta accadendo coinvolge solo UberBlack, la parte di Uber dedicata ai soli Ncc e’ attualmente disponibile a Milano e Roma. UberPop, che permette ai privati cittadini di sfruttare l’auto personale, in Italia è stato fermato nel 2015.
La vicenda rimane sempre ingarbugliata e la questione non è stata risolta dal governo come promesso. Si va a colpi di ordinanze che non risolveranno, una volta per tutte, la coesistenza di diversi servizi. Dal momento che Uber esiste e che fornisce un servizio gradito all’utenza non rimane altro che normare il servizio garantendo il rispetto dei principi della concorrenza imponendo, dove carente, le condizioni di accesso al mercato italiano, rispettando le stesse regole dei concorrenti del settore.
di Massimiliano D’Elia
foto: formiche.net