70° Anniversario della Polizia Stradale: dalla Costituzione… al terzo millennio

   

70 anni di Polizia Stradale sono 70 anni di storia d’Italia, dall’immediato dopoguerra ad oggi. In questo lungo arco di tempo la Polizia Stradale ha sempre svolto la propria attività attraverso una presenza capillare sul territorio, con professionalità, dedizione e profondo slancio umanitario, entrando a far parte del tessuto sociale del nostro Paese a tutela della fondamentale libertà di circolazione. Nell’ambito della grande famiglia della Polizia di Stato, la Polizia Stradale rappresenta una Specialità ed anche un’eccellenza, con le sue donne e i suoi uomini chiamati a intervenire nello specifico settore della mobilità, fronteggiando situazioni di crisi viarie, gestendo le criticità derivanti dagli incidenti stradali, provvedendo ai servizi di scorta, contrastando l’illegalità circolante sulle strade, educando al rispetto delle regole. La storia della Polizia Stradale è il racconto delle vite di “angeli della strada”, di poliziotti che quotidianamente lavorano in silenzio a garanzia della sicurezza sulle strade, straordinariamente vicini a tutti coloro che le percorrono per lavoro, per vacanza, per sport, per raggiungere i propri affetti, e a chi sulla strada lavora ogni giorno.

I caduti della Polizia Stradale

Celebrare il 70° anniversario della nascita della Polizia Stradale è prima di tutto l’occasione per dare un giusto riconoscimento all’attività svolta ogni giorno da queste donne e questi uomini, che con passione e senso del dovere ci garantiscono quella sicurezza che troppo spesso diamo per scontata. E’ un lavoro pericoloso quello degli “angeli della strada”, che spesso sconfina nel sacrificio della vita, ed è per questo che, nel 70° compleanno della Specialità, è doveroso il tributo ai suoi 369 caduti (dal novembre del 1947 ad oggi), che con il loro coraggio hanno conquistato un posto speciale nella memoria collettiva del Paese: le donne e gli uomini della Polizia Stradale, infatti, rappresentano circa il 10% degli organici della Polizia di Stato, ma esprimono il 50% dei caduti in servizio.

Il futuro della polizia Stradale: uno sguardo al terzo millennio

Per immaginare il futuro della Polizia Stradale nei prossimi 70 anni è inevitabile una riflessione sul presente. Ciò comporta una considerazione sulle cause che oggi compromettono la sicurezza stradale: non solo la velocità, l’alcol ed il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza e degli altri dispositivi di protezione e ritenuta, ma anche la distrazione e la guida sotto l’assunzione di sostanze stupefacenti si profilano come nuove fonti di pericolo e causa di ulteriori morti sulle strade. Il futuro della Polizia Stradale dovrà coniugarsi con le evoluzioni normative del Codice della Strada che risentiranno, come avvenuto in passato, di influenze europeiste. Sarà richiesta sempre maggiore attenzione verso gli utenti vulnerabili della strada, con particolare riferimento a pedoni e ciclisti, oltre all’inasprimento di sanzioni per l’utilizzo di smartphone alla guida e nuove norme sull’utilizzo dei seggiolini per bambini in auto. Sarà necessario ampliare le ipotesi di violazioni accertate da remoto per rendere i controlli sempre più sistematici e diffusi e dare spazio a interventi normativi di semplificazione che riducano il carico di lavoro burocratico degli organi di polizia stradale a vantaggio delle attività di controllo più qualificanti, che richiedono professionalità e competenze. Gli investimenti in tecnologie e nell’informatizzazione dei processi consentiranno poi di elevare la sicurezza sulle strade.

Le strategie

Lo sguardo al futuro della Polizia Stradale si basa su precisi piani di intervento che vanno di pari passo con l’evoluzione dei tempi e della società. La Polizia Stradale nei prossimi anni dovrà accentuare ed affinare le proprie strategie già messe in campo per modificare i comportamenti di guida scorretti e pericolosi attraverso i controlli, l’educazione, la sensibilizzazione, una sempre più efficace comunicazione, elementi tutti che possono essere compendiati nel termine “prevenzione”.
Abbiamo da raggiungere un obiettivo ambizioso: quello di avere zero morti sulle strade. E’ un traguardo che ci viene imposto non solo dal contesto nazionale, ma anche e soprattutto da quello comunitario. Già dal 2001 la Polizia Stradale ha intrapreso un complesso percorso, fatto di strategie efficaci e sensibili ai cambiamenti sociali per fronteggiare il fenomeno dell’incidentalità stradale, che ha contribuito a realizzare considerevoli risultati: basti pensare che nel 2001 l’Italia versava in una gravissima situazione di regressione in termini di sicurezza stradale in confronto agli altri Paesi europei, con 7.096 morti sulle strade censiti dall’ISTAT, a fronte di 3.419 morti nel 2015. Il trend positivo del decremento del numero di morti sulle strade in Italia è stato peraltro confermato dall’ultima stima preliminare pubblicata dall’ISTAT il 19 dicembre 2016 che, per il periodo gennaio-giugno, stima 1.466 morti a fronte dei 1539 registrati nello stesso periodo dell’anno precedente, con un decremento del 4,7%.
I risultati ottenuti in termini di riduzione del numero di vittime da incidente stradale non possono che essere da stimolo per fare di più e meglio e per avvicinarsi sempre più alla c.d. “vision zero” comunitaria.

La presenza della Polizia Stradale nel sistema integrato di sicurezza partecipata

La Polizia Stradale è parte di un sistema integrato che vede, in un’ottica di sicurezza partecipata, l’operato congiunto di tutte le Forze di Polizia, delle Agenzie di enforcement, degli Enti e degli Organismi che si occupano delle infrastrutture e della loro gestione, come anche di tutti coloro che partecipano al percorso educativo e di comunicazione a vantaggio degli utenti della strada, con una stessa comune finalità.
Ne sono evidenza i rinnovati impegni con AISCAT (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori) e con ANAS S.p.a. , in virtù dei quali la Polizia Stradale, Specialità della Polizia di Stato, si conferma nelle funzioni di organo deputato in via esclusiva alla vigilanza e al primo intervento in autostrada ai fini della sicurezza e della fluidità della circolazione nonché alla prevenzione e alla repressione dei reati commessi lungo le arterie autostradali sul territorio nazionale.
La Polizia Stradale ha in atto protocolli d’intesa finalizzati alla garanzia della sicurezza stradale con innumerevoli partner pubblici e privati grazie ai quali, nel tempo, sono state ideate e realizzate importanti progettualità. Il progetto ICARO sulla sicurezza stradale, diretto ai giovani in età scolare, giunto oggi alla 17^ edizione, può dirsi certamente frutto di una strategia sinergica che, sulla base del supporto scientifico fornito dall’Università La Sapienza di Roma – Dipartimento di Psicologia, ed all’apporto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Moige (Movimento Italiano Genitori), la Fondazione ANIA, la Federazione Ciclistica Italiana, la società Autostrada del Brennero S.p.a., Il Gruppo autostradale ASTM-SIAS/ SINA e con il contributo di altri partner, ha portato alla diffusione di un progetto di legalità in gran parte delle scuole di ogni ordine e grado d’Italia.
Ulteriori esempi di partenariato finalizzati alla promozione della sicurezza stradale sono costituiti dai protocolli d’intesa in atto con INAIL, ENEL, ENEL Green Power, Poste Italiane S.p.A. e FORMEDIL (Ente Nazionale per la Formazione in Edilizia). Si tratta di accordi mirati all’approfondimento della conoscenza del fenomeno infortunistico con specifico riguardo agli incidenti in itinere, che mostrano una consistenza numerica capace di destare ancora oggi allarme sociale (nel periodo gennaio-dicembre 2016, i dati INAIL parlano di 93.214 incidenti in itinere; di questi, 62.229 risultano avvenuti tramite mezzo di trasporto, di cui 205 hanno avuto esito mortale), prevedendo , tra l’altro, lo svolgimento di interventi di formazione/informazione e sensibilizzazione volti a favorire le attività di prevenzione.
Da ultimo, in tema di partenariato, si richiama il protocollo d’intesa siglato nel 2016 tra il Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed il Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed il connesso Accordo Esecutivo, grazie ai quali è stata definita un’innovativa strategia di contrasto, basata sull’azione sinergica di più forze in campo, con servizi mirati all’accertamento dell’assunzione di alcol e droga alla guida con l’ausilio di medici e personale sanitario della Polizia di Stato. Tale approccio ha consentito di arginare le difficoltà connesse all’accertamento della guida in stato di alterazione da stupefacenti, fenomeno che oggi in Italia desta particolare allarme sociale: dal 2015 al 2016, infatti, le infrazioni rilevate dalla Polizia Stradale riguardanti la guida sotto l’effetto di droghe hanno avuto un aumento percentuale del 5,4% (1215 infrazioni contestate nel 2015 a fronte delle 1281 del 2016).

Gli investimenti tecnologici

L’innovazione tecnologica va di pari passo con l’adesione a Programmi dell’Unione Europea per l’implementazione di moderne tecnologie. Nell’ambito di questi progetti è stato già realizzato l’ammodernamento delle sale operative, sono stati acquisiti sistemi innovativi di rilevazione e ricostruzione degli incidenti stradali e sono stati adottati piani di gestione del traffico nelle aree transfrontaliere, per la risoluzione di criticità del sistema.
Certamente l’impiego delle più moderne tecnologie di controllo, con particolare riferimento agli strumenti di accertamento delle infrazioni da remoto come il sistema Sic-Ve Tutor e Vergilius, ha permesso di introdurre sistemi innovativi che consentano da un lato di risparmiare risorse e dall’altro di concentrare l’operato del poliziotto della Stradale su strategie ad “alto impatto” per la cui riuscita è di fondamentale importanza lo svolgimento di attività su strada, mirate al contrasto delle “nuove” cause di incidente stradale, prima fra tutte la distrazione alla guida causata dall’uso e abuso di cellulari, smartphone e tablet.
Significativa è stata poi l’adozione del TOP CRASH-PS, strumentazione innovativa grazie alla quale è cambiato il modo di rilevare gli incidenti stradali, oggi possibile in maggiore sicurezza per l’operatore di Polizia senza pregiudizio per la precisione del lavoro del poliziotto specialista.

La formazione degli operatori

In 70 anni di storia, elemento centrale è costituito dalla formazione specialistica che connota tutti gli operatori della Specialità, richiesta dall’estrema specificità di un settore in continua evoluzione. Si tratta di una formazione che non è tuttavia limitata al solo studio del Codice della Strada e dei numerosi interventi normativi di integrazione e riforma dello stesso, ma che si estende ad ogni aspetto della vita lavorativa dell’operatore della Specialità: dallo studio delle tecniche operative, all’impiego delle più moderne tecnologie, passando per la formazione sull’educazione stradale (il progetto ICARO prevede infatti che siano gli stessi poliziotti della Stradale, opportunamente formati tramite l’utilizzo di moduli messi a punto dal Dipartimento di Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, a fare lezione di sicurezza stradale ai giovani, modulando il linguaggio e gli strumenti utilizzati in relazione al target di età di riferimento), sino all’assistenza a familiari e vittime di incidenti stradali con l’innovativo progetto “Chirone”, oggi candidato a Best Practice italiana nell’ambito delle iniziative promosse dalla Carta Europea della Sicurezza Stradale, grazie al quale per la prima volta in Italia, il poliziotto diviene figura similare a quella del liaison family officer inglese, capace di accompagnare le vittime dirette ed indirette di incidenti stradali nel lungo percorso di gestione dell’evento traumatico.

Le proiezioni internazionali della Polizia Stradale

L’Italia oggi si colloca al 14esimo posto nella classifica Europea sul numero di vittime registrate per milioni di abitanti, con una media stimata di 56,4 morti. Il futuro dovrebbe consegnarci un quadro giuridico europeo, nel settore della sicurezza stradale, più omogeneo e armonico, che consenta un’agevole applicazione delle norme e delle sanzioni. La libera circolazione nell’Unione europea va garantita salvaguardando la sicurezza stradale, favorendo il rispetto delle regole, disponendo di un impianto sanzionatorio efficace. L’approccio moderno alla sicurezza stradale non può rimanere costretto ai soli confini nazionali, alla luce del fatto che l’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea ci impone un’azione che si collochi in un contesto a più ampio respiro. Attraverso l’adesione al network europeo di polizie stradali TISPOL, del quale la Polizia di Stato ha la presidenza dal 2016, si adotta un approccio basato sulla condivisione delle migliori esperienze ed eccellenze in ambito comunitario che ha consentito, tramite la messa a fattor comune di migliori pratiche e problematiche riscontrate, la costruzione di moderne e adeguate strategie di contrasto all’illegalità circolante sulle strade. L’idea è quella di “fare rete” : solo così è possibile costruire un nuovo sistema della sicurezza stradale che tenda all’uniformità di regole e procedure sull’intero territorio europeo per raggiungere l’obiettivo di zero morti sulle strade.

di Redazione

foto: Mininterno

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