Relazione del Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana Antonio Patuelli
I crudeli conflitti in Ucraina e nel vicino Oriente colpiscono duramente i principi fondamentali della dignità umana. Gli aspetti umanitari sono i più gravemente violati, ma, dopo di essi, non vanno sottovalutati i rischi per l’economia. Questi conflitti, oltre alle inammissibili violenze, portano anche a crescite di costi energetici e a ulteriori spinte inflazionistiche che possono convincere le Banche centrali ad altre strette monetarie, con nuovi rischi di indebolimento della crescita economica. In questo così aggravato contesto, occorre porre un tetto al debito pubblico italiano che non può crescere in cifra assoluta all’infinito e che sottrae risorse alle iniziative sociali pubbliche e penalizza la competitività internazionale delle imprese.
Il decennio di tassi a zero e sottozero ha rivoluzionato la cultura e le consuetudini del risparmio. Dinanzi all’inflazione, alle crescite dei tassi e al calo della domanda di credito, occorrono riflessioni ed iniziative innovative. Il risparmio va sempre rispettato e mai forzato dalle Istituzioni e da pressioni commerciali indebite. Il risparmio è energia fondamentale per lo sviluppo e l’occupazione: occorre riformare e ridurre rapidamente la pressione fiscale sul risparmio investito a medio e lungo termine in Italia. Gli investimenti del risparmio nell’economia produttiva non producono rendite, ma rendimenti più o meno basati sul rischio.
Occorre non confondere e distinguere i rendimenti investiti in attività produttive a medio e lungo termine, rispetto alle operazioni speculative a brevissimo termine. In Italia sono agevolati soltanto gli investimenti nel debito pubblico, gravati dall’aliquota ridotta del 12,5% di tassazione per favorirne il collocamento.
Il risparmio collocato in liquidità subisce l’aliquota del 26%. Gli investimenti nelle imprese di ogni genere sono gravati dal massimo della tassazione: il 24% di IRES sugli utili, più l’IRAP, più il 26% di “cedolare secca” sui dividendi percepiti dai risparmiatori, più l’imposta patrimoniale del bollo e l’addizionale del 3,5% sugli utili delle banche. Si tratta di una tassazione complessiva che supera il 50% e non incoraggia il risparmio a dirigersi verso investimenti produttivi. Chiediamo alla BCE di combattere l’inflazione evitando una nuova recessione: bisogna soprattutto incentivare lo sviluppo.
Le strette monetarie consistono negli aumenti dei tassi, nella riduzione degli acquisti della BCE di titoli di Stato, nell’impennata dei costi per le banche dei finanziamenti TLTRO di liquidità e nell’azzeramento della remunerazione della riserva obbligatoria che le banche debbono mantenere depositata nelle Banche centrali. Le strette monetarie accentuano la più forte concorrenza fra le banche nella raccolta del risparmio, con un’impennata dei rendimenti per i risparmiatori che investono liquidità con durata prestabilita, con tassi competitivi con quelli dei Titoli di Stato.
Gli investimenti di risparmi nelle banche, soprattutto con durata prestabilita, combattono i rischi di razionamento del credito in una fase in cui si è molto ridotta la liquidità nel mercato, una tendenza che si accentuerà presto con la conclusione delle ultime TLTRO. La concorrenza fra le banche sta facendo gradualmente crescere i rendimenti anche sulla liquidità nei conti correnti (innanzitutto strumenti per incassi e pagamenti) che non è a durata prestabilita e non può garantire mutui pluriennali e stabili prestiti a imprese e famiglie.
Stato, banche e altri operatori finanziari pubblici e privati sono in piena concorrenza nella raccolta della liquidità con i tassi e le loro durate. I risparmiatori ottengono i migliori rendimenti negli investimenti in liquidità, vincolando i depositi a scadenze predefinite.
Concorrenza nella piena legalità, trasparenza e controlli debbono sempre garantire i risparmiatori. Dopo anni di ricapitalizzazioni e ristrutturazioni realizzate dagli azionisti e dalle banche con sacrifici e senso di responsabilità assieme alle rappresentanze sindacali ed ai lavoratori, i rischi, anche internazionali, sono nuovamente cresciuti: vi sono nuovi sintomi di deterioramento del credito che necessitano di ulteriori prudenziali accantonamenti per il rafforzamento anche prospettico della solidità patrimoniale delle banche, premessa di economia solida.
Bisogna prepararsi in anticipo alle più alte soglie di requisiti patrimoniali imposte dalle regole di “Basilea 3+”, mentre sono cresciuti i rischi di crisi di liquidità: negli USA le recenti crisi bancarie sono state crisi di liquidità. Quando, fino a poco più di un anno fa, erano negativi i tassi dei BOT e dei depositi volontari delle banche in BCE, le banche in Italia non applicavano tassi negativi ai risparmiatori. Le banche in Italia hanno un maggior carico di mutui a tasso fisso (oltre il 60%), rispetto a quelli a tasso variabile.
L’ABI ha pubblicato un memorandum di iniziative bancarie per aiutare i mutuatari in difficoltà per far fronte alla crescita dei tassi variabili: solo in Italia vi è la possibilità di rinegoziare i contratti di mutuo anche spostandoli in banche concorrenti. Occorrono regole più flessibili per banche, imprese e famiglie per ristrutturare i crediti deteriorati: chiediamo che l’Autorità Bancaria Europea (EBA) renda meno rigida l’inflessibile normativa che molto limita le ristrutturazioni dei crediti. Nel suo ultimo giorno di alta responsabilità di Governatore della Banca d’Italia, rivolgiamo a Ignazio Visco un sincero apprezzamento e ringraziamento per il suo impegno in anni di forti complessità internazionali, europee e nazionali e di grandi trasformazioni con la nascita dell’Unione bancaria europea. Al Governatore Visco, poliedrico finissimo intellettuale, va il riconoscimento anche per l’analisi anticipatrice degli effetti negativi dell’inflazione, per l’impegno lungimirante per scelte equilibrate di politiche monetarie europee e per aver affrontato le crisi bancarie con i salvataggi preventivi che nel 2015 furono impediti da “errori di diritto” di quella Commissione Europea che ha subito una doppia conforme condanna da parte del Tribunale e della Corte di Giustizia della UE che hanno dato ragione al Fondo interbancario di tutela dei depositi e alla Banca d’Italia.
Rivolgiamo le più sincere felicitazioni e i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che ha maturato altissima qualificazione culturale e professionale e così importanti e decisive esperienze, soprattutto in anni particolarmente difficili, ai vertici della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea.
L’indipendenza, l’imparzialità e l’altissima qualificazione della Banca d’Italia sono valori fondanti della solidità dell’Italia.