Secondo quanto emerge da una ricerca condotta dal team di Marzia Simoni del Consiglio Nazionale della Ricerca di Pisa e presentata in occasione del Congresso Europeo di Salute Respiratoria (ERS Congress) che si tiene a Milano dal 9 al 13 settembre, il fumo passivo respirato in casa è fortemente correlato con la prevalenza dell’asma nei bambini.Sono i luoghi chiusi quelli in cui lo smog si sviluppa e crea problemi sempre più rilevanti di salute. Soprattutto per i bambini. Si tratta del cosiddetto inquinamento indoor.
Lo studio ha esaminato 2.370 bambini residenti in 8 città italiane del Nord e Sud Italia. I bambini sono risultati esposti a muffe in ambiente domestico nel 19 per cento dei casi e a scuola nel 17 per cento. La presenza di condensa sui vetri delle finestre riguardava il 24 per cento dei soggetti a casa e il 18 per cento a scuola. I sintomi riportati dai genitori sono stati tosse secca notturna per il 23 per cento dei bambini, difficoltà di respiro per l’11 per cento dei casi e problemi nasali (naso chiuso/starnuti frequenti/naso gocciolante) per il 21 per cento di essi. L’aria indoor di scarsa qualità può essere anche associata a malattie polmonari come asma e allergie, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e carcinoma polmonare.
Le fonti di inquinamento indoor sono moltissime, ognuna delle quali porta con sé conseguenze sulla salute. tra quelle più note: fuochi a legna e stufe, fumo passivo, materiali edili e articoli di arredamento, prodotti per la pulizia e sistemi di raffreddamento, oltre alle sostanze nocive provenienti dall’esterno. Anche vivere in ambienti troppo umidi, dove sono presenti muffe, può predisporre a malattie infantili che potremmo facilmente prevenire. Anche solo la condensa sui muri o sui vetri delle finestre è un campanello d’allarme di un contesto familiare o scolastico non salubre.