Il 5 settembre 1972, durante le Olimpiadi estive a Monaco di Baviera (Germania Ovest), all’alba, otto membri dell’organizzazione palestinese “Settembre nero”, fecero irruzione negli alloggi israeliani del villaggio olimpico e uccisero subito due atleti israeliani e ne presero in ostaggio altri nove, sperando di scambiarli con 232 prigionieri palestinesi, detenuti nelle carceri israeliane e con i terroristi tedeschi Andreas Baader e Ulrike Meinhof, detenuti in Germania. La notizia del sequestro si diffuse in tutto il mondo ma il programma delle Olimpiadi continuò ad andare avanti nonostante in tanti ne chiedessero la sospensione. L’operazione di salvataggio, organizzata dai servizi di sicurezza tedeschi, si rivelò un disastro e portò alla morte di tutti gli atleti sequestrati, di cinque fedayyin e di un poliziotto tedesco. Neanche a seguito di questi eventi le Olimpiadi si fermarono. Presso lo Stadio Olimpico fu soltanto organizzata una cerimonia di commemorazione a cui parteciparono 80.000 persone e 3.000 atleti.
Dopo 43 anni, il 2 dicembre 2015, emerge un nuovo, macabro retroscena sulla strage di Monaco di Baviera. Nel settembre 1992, l’avvocato delle vedove degli atleti ricevette le immagini di quanto era successo vent’anni prima, e Ilana Romano e Ankie Spitzer insistettero per vederle. Le donne acconsentirono anche a non parlare mai pubblicamente di quelle immagini, che fino a quel momento non pensavano nemmeno esistessero. Almeno uno di loro, Yossef Romano, fu castrato e violentato dai sequestratori e lasciato morire sotto gli occhi dei suoi compagni.