Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres e il dipartimento di Stato Usa si congratulano per la decisione di far guidare le donne in Arabia Saudita, ma in molti ricordano che le saudite rimangono vittime di severe restrizioni in un contesto in cui le ancora timide riforme intraprese dal nuovo corso del principe ereditario Muhammad ben Salman, non sembrano intaccare il muro di oppressione. L’ambasciatore saudita all’Onu, Khaled ben Salman, citato oggi dal quotidiano saudita Okaz, ha infatti detto che sebbene le donne potranno guidare, per farlo dovranno pero’ avere il permesso dal loro garante maschio. Anche per questo Amnesty International ha salutato con moderata soddisfazione l’annuncio di Riad. L’organizzazione internazionale ricorda che esiste ancora “un ampio spettro di leggi e pratiche discriminatorie contro le donne”. Tra queste figura il fatto che ogni donna può esercitare parte dei suoi diritti individuali solo se ha un garante maschio che la rappresenta di fronte alle autorità. Nel regno, le donne devono attenersi a un rigido codice di abbigliamento e sono sottoposte a una dura segregazione dei sessi. Amnesty riconosce che il decreto reale di ieri e’ un risultato del “coraggio delle attiviste (saudite) che per anni hanno condotto campagne nel loro paese”. Sin dagli anni ’90 decine di attiviste hanno protestato contro il divieto di guidare. E negli ultimi anni hanno sfidato il divieto pubblicando in rete video di donne alla guida nelle strade del regno. L’Arabia Saudita era fino a ieri l’unico paese al mondo che vietava la guida alle donne. Ma con l’avvento del nuovo re Salman e dell’erede al trono ben Salman la monarchia manda sempre più spesso segnali di apertura. Dopo l’annuncio di ieri, il percorso istituzionale del decreto prevede la discussione del tema nei prossimi 30 giorni da parte di una commissione ministeriale. Ma solo nel giugno 2018 il decreto entrerà in vigore. In questo senso, il commentatore saudita Faisal Abbas, dalle colonne del portale governativo ArabNews, ha elogiato la “leadership dinamica” saudita per aver preso una decisione “storica”, che si inserisce “in una visione ambiziosa” per “una società aperta”. E secondo Manal Sharif, organizzatrice della campagna “Women2Drive”, l’Arabia Saudita “non sarà più come prima”. In rete intanto si scatena la polemica tra chi accoglie con favore la decisione e chi la respinge. E non mancano le punte di ironia: sui social network e’ circolata oggi una foto di un’automobile ricoperta da un velo islamico che copre anche il volto, a ricordare il rigido divieto imposto alle donne di mostrarsi senza veli. E su Twitter, accanto agli hashtag in favore della decisione, ce ne sono molti altri contrari, come “il popolo respinge la guida delle donne” o “la mia donna non guiderà mai un’auto.
Arabia Saudita, donne libere di guidare: e’ solo l’inizio
27 Settembre 2017 18:19