Il Sole, probabile principale causa dei cambiamenti climatici in atto
Il 7 settembre scorso si è abbattuta sul nostro pianeta una severa tempesta geomagnetica di livello G4 su una scala il cui valore massimo è G5, il nostro campo magnetico è stato investito da una CME (Coronal Mass Ejection) espulsione di massa coronale causata da un massivo brillamento solare avvenuto il giorno prima.
Da qualche hanno abbiamo in orbita satelliti che imbarcano strumenti di ultimissima generazione in grado di osservare il sole H24 e in USA l’Agenzia NOAA (National Oceanic and Atmosferic Administration) da tempo ha attivato lo Space Weather Prediction Center che in tempo reale informa sull’evoluzione degli eventi meteo spaziali che hanno una grandissima influenza sul nostro pianeta.
Dal Sole dipende la nostra vita ed il nostro benessere ma l’attività di questo fantastico astro quando raggiunge livelli parossistici può essere molto pericolosa e solo negli ultimi tempi le conoscenze acquisite ci permettono di essere informati per tempo al fine di organizzarci per difenderci e governare, nei limiti del possibile, le situazioni di crisi che da questi fenomeni possono scaturire.
L’attività solare parossistica è quasi sicuramente la principale causa dei cambiamenti climatici, molto più dell’attività vulcanica, dell’attività umana, della presenza sul pianeta di un ragguardevole numero di essere viventi, etc.., molto probabilmente questa ciclica attività accentua la rapidità, l’intensità e la diffusione dei fenomeni estremi.
Se si osservano gli eventi da questa angolatura forse è più comprensibile la posizione di numerosi importanti scienziati tra cui il Prof. Antonino Zichichi e il Nobel Prof. Carlo Rubbia, tanto per citare 2 illustri italiani che hanno esposto con chiarezza le convinzioni a cui sono giunti.
E’ un fatto storico che il Sole intervenga ciclicamente sul nostro clima, basti ricordare il fenomeno osservato dall’imperatore Tiberio che nel 37 a.C osservò nel cielo di Roma un’aurora boreale piuttosto estesa e duratura oppure ricordare l’optimum climatico medioevale quando tra il 1000 ed il 1300 d.C. il pianeta attraversò un periodo climatico, talmente caldo da consentire la coltivazione della vite in Inghilterra ed in Scozia.
Una visita giornaliera al sito http://www.swpc.noaa.gov/ è raccomandabile per capire meglio cosa significa vivere su questo pianeta, la complessità e la mutevolezza dei fenomeni che ci coinvolgono quotidianamente; sarebbe altresì auspicabile che questo argomento fosse portato alla conoscenza dei giovani, magari anche nelle scuole.
Conoscere i vari tipi di impatto che può avere un brillamento solare sul nostro pianeta, sulla nostra atmosfera ci fa comprendere gli effetti che dobbiamo sopportare o dai quali ci dobbiamo difendere a causa di Geomagnetic Storms, Solar Radiation Storms e Radio Blackouts.
In sintesi, questi fenomeni soprattutto ai massimi livelli (in tutto 5), oltre a creare seri problemi alla nostra atmosfera innalzandone la temperatura, danneggiano le linee elettriche generando estesi e duraturi blackout e non solo, disturbano o interrompono le telecomunicazioni, complicano i trasporti aerei, l’attività spaziale, possono danneggiare seriamente i computers, possono causare danni biologici anche gravi, etc..
E’ arrivato il momento che il cittadino sia ben informato su questo tema ed è altrettanto auspicabile che scuole e università, associazioni di categoria, ordini professionali, imprenditori, etc.. dedichino maggiore attenzione a questo fenomeno che si sviluppa in tempi mediamente lunghi.
Una maggiore conoscenza stimola la ricerca e la realizzazione di soluzioni capaci di farci affrontare sfide così complesse.
Sempre sul sito http://www.swpc.noaa.gov/ è possibile reperire il “NATIONAL SPACE WEATHER SPACE ACTION PLAN” prodotto dal Consiglio Nazionale della Scienza e della Tecnologia e che l’Ufficio Esecutivo del Presidente degli Stati Uniti ha divulgato nell’ottobre 2015.
Con questo documento gli USA hanno lanciato le linee guida per affrontare il problema derivante dagli effetti dei fenomeni meteo-spaziali.
Come si vede dall’home page del NOAA, anche oggi stiamo subendo una tempesta geomagnetica di livello G1, cosiddetta “minor” che tra l’altro dovrebbe permettere di vedere una bellissima aurora ad una latitudine più bassa del solito.
Per capire meglio quanto sia importante essere sempre in allerta su questo argomento è l’Ordine Esecutivo che l’allora Presidente Barack Obama ha emanato, al riguardo, il 13 ottobre 2016.
E’ un ordine emesso per preparare la Nazione agli eventi del tempo spaziale, un ordine emesso per coordinare gli sforzi di tutte le agenzie governative al fine di minimizzare le difficoltà della popolazione, i danni all’economia e tante altre conseguenze negative che potrebbero colpire il continente a causa di brillamenti solari, emissione di particelle solari ad alta energia e pesanti disturbi geomagnetici.
L’Ordine Esecutivo è integralmente reperibile accedendo all’archivio della White House al seguente link:
A questo punto sorge spontaneo chiedersi se alla Conferenza sul Clima di Parigi tenutasi nel dicembre 2015 i circa 200 Paesi presenti abbiano tenuto nella giusta considerazione la causa solare dei cambiamenti climatici; forse questa informazione che ci rende tutti più consapevoli ci aiuta anche a capire la posizione del Presidente Trump con l’uscita degli USA dall’accordo di Parigi.
Un’adesione sottoscritta dal predecessore Obama nonostante fosse a conoscenza del peso preponderante di un’attività solare abnorme quale causa certa del cambiamento climatico in atto.
di Maurizio Giannotti