Secondo quanto riferisce Nova, come gli altri presidente statunitensi, “Trump scoprirà che le accuse e le minacce non intimoriranno mai gli iraniani”. È quanto dichiarato dal ministro degli Esteri dell’Iran, Mohammad Javad Zarif, in un messaggio sul suo profilo Twitter dopo il discorso pronunciato ieri dal presidente Usa, Donald Trump, nel quale il capo dello Stato statunitense ha annunciato la sua nuova strategia contro l’Iran. “Non c’è da meravigliarsi che i sostenitori del discorso di Trump contro l’Iran siano quei bastioni di democrazia del Golfo Persico: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Bahrein”, ha sottolineato Zarif, facendo riferimento in modo ironico alle monarchie assolute del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gcc). “Tutti sapevano che l’amicizia di Trump era in vendita al miglior offerente. Ora sappiamo che lo è anche la geografia”, ha aggiunto il ministro degli Esteri iraniano, criticando la definizione di “Golfo arabo” fatta da Trump nel suo discorso di ieri. Zarif ha continuato: “Per la definizione di Stato canaglia vi invito a confrontare le parole di Trump con la risposta del presidente Rohani (Hassan Rohani)”.
Ieri Trump ha dichiarato che gli Stati Uniti non possono “certificare” l’accordo sul nucleare iraniano firmato nel luglio 2015 a Vienna dai delegati iraniani e dai paesi del gruppo 5+1 (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti più la Germania). Nel suo discorso il presidente degli Stati Uniti ha osservato: “Dalla firma accordo continuano le aggressioni, Teheran ha proseguito il suo programma missilistico, siglato accordi molto redditizi con altri partner dell’intesa. Il Congresso vuole che la sua voce sia ascoltata in questo accordo. Io devo certificare che la sospensione delle sanzioni (contro Teheran) sia proporzionata e appropriata (agli interessi degli Stati Uniti) e che ciò aiuti Teheran a porre fine al programma nucleare. Tuttavia sulla base di quanto visto noi non possiamo certificare questo accordo”.
Il presidente ha sottolineato di voler chiedere alla sua amministrazione “di lavorare mano nella mano con gli alleati e con il Congresso per vedere i difetti dell’accordo in modo che Teheran non possa minacciarci con armi nucleari”. Trump ha precisato che tale approccio prevede una revisione della cosiddetta “clausola del tramonto” che a 10 anni dalla firma dell’accordo consente all’Iran di riprendere alcune delle attività ad oggi proibite. Secondo Trump, “ci sono inoltre clausole insufficienti”, tra cui la mancanza verifiche pratiche sulle misure messe in atto da Teheran per modificare il suo programma nucleare. “Il Congresso ha già iniziato ad affrontare il problema. Il Senato sta lavorando a livello legislativo per evitare che Teheran possa sviluppare un missile intercontinentale e intende restringere le attività sulle armi nucleari secondo quanto previsto dal diritto statunitense”, ha dichiarato Trump. “In caso noi non fossimo in grado di raggiungere una soluzione con l’apporto del Congresso e degli alleati l’accordo verrà bloccato. La nostra partecipazione verrà cancellata da me e potrebbe avvenire in qualsiasi momento”, ha dichiarato Trump. “Come avvenuto con la Corea del Nord: più ignoriamo la minaccia e peggiore è la situazione. Per questo siamo determinati affinché gli sponsor terrorismo non ottengano l’arma nucleare”, ha aggiunto il presidente Usa.
“Noi – ha proseguito Trump – siamo solidali con le vittime del regime: gli iraniani e i cittadini dell’Iran hanno pagato il pedaggio per le violenze dei loro leader. Iraniani anelano la possibilità di rivendicare la loro storia e la loro cultura”. Il presidente ha infine concluso sottolineando: “Noi speriamo che queste nuove misure costringano il regime a rivalutare la sua strategia. Il Congresso attuerà nuove azioni che porteranno pace e stabilità in Medio Oriente”. Trump ha infine osservato che l’obiettivo è “creare un futuro nel quale le nazioni si rispettano” per consentire alle nuove generazioni di crescere in un mondo “affrancato dalla violenza e dal terrorismo”, ma “fino a quel momento, noi continueranno a fare di tutto per mantenere questo paese al sicuro”.
La posizione di Trump è stata criticata dall’Unione Europea che attraverso l’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, ha confermato che “andrà avanti” e “continuerà a sostenere la piena messa in opera” dell’accordo sul nucleare iraniano “da parte di tutti per l’interesse di sicurezza innanzitutto di noi europei e anche a beneficio degli iraniani”. “L’accordo – ha sottolineato il capo della diplomazia Ue – non è un accordo bilaterale tra Stati Uniti e Iran. E’ un accordo che è una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sostenuto da tutta la comunità internazionale. E’ un accordo – ha aggiunto – che funziona e continuerà a funzionare. Viviamo in un tempo di minacce nucleari. L’unico accordo di non proliferazione nucleare che sta funzionando certamente non va smantellato”.
Mogherini ha osservato che il discorso del presidente Trump butta la palla nel campo del Congresso”, che “avrà 60 giorni per decidere se prendere una qualche decisione, e quale. Come abbiamo visto dalle parole del presidente Trump – ha detto Mogherini – c’è molta politica interna in questa revisione di strategia. Siamo rispettosi delle dinamiche politiche interne a una grande democrazia come quella americana, ma la non proliferazione nucleare, soprattutto nel Medio Oriente, una regione vicina all’Europa – ha sottolineato – non è nelle mani della politica interna americana”.