Traffico, clacson, volume alto della tv del vicino o il rumore dei tacchi dell’inquilina del piano di sopra o anche lo sciacquone azionato di notte. Per il 95% del tempo viviamo immersi nel rumore, con il traffico stradale che raggiunge livelli dannosi per 100 milioni di europei e si conferma la principale fonte fisica d’inquinamento acustico. Ma a risultare più fastidiosi, oltre il limite della tollerabilità, sono quei suoni molesti prodotti dall’ambiente circostante delle nostre case e dai vicini. Rumori che disturbano in particolare il sonno e diventano motivo di stress e di malattie. Una recente indagine dell’associazione EuroAcustici indica che per un italiano su tre sono i vicini che, per mancato isolamento acustico delle abitazioni, provocano i rumori più sgraditi. Ma risultano fastidiose anche le attività commerciali, come bar e alberghi, per via di climatizzatori e frigoriferi, insieme alle discoteche e i pub sotto casa, che popolano la rumorosa movida. Al secondo posto tra i decibel meno tollerati, per un italiano su quattro ci sono la televisione, la radio, il vociare, il calpestio coi tacchi dei vicini di casa. Poi, le attività industriali e artigianali (le più sgradite secondo il 18,5% del campione) seguite dal traffico ritenuto il più fastidioso dal 18,8% degli abitanti. “La legislazione italiana sull’inquinamento acustico è all’avanguardia, ma viene costantemente disattesa, anche per la diffusa ignoranza di noi cittadini – spiega il professor Mario Mattia, specialista in Acustica e presidente di EuroAcustici. L’articolo 32 della Costituzione che tutela la salute non viene mai richiamato. Per quanto riguarda l’edilizia, ad esempio, (DPCM 5-12-1997 – Requisiti acustici passivi degli edifici) un isolamento acustico strutturale che non risponde ai requisiti previsti dalla legge (provato con una perizia tecnica) viene risarcito dal costruttore con una cifra compresa tra il 20% e il 30% del valore dell’immobile, perchè viene ritenuto danno non sanabile. Poi, c’è la legge quadro 447/95 che prevede l’intervento di un tecnico per valutare se un inquinamento provoca un fastidio statistico; se la causa è legata ad un’attività per la quale è prevista un’autorizzazione amministrativa si può fare una denuncia al sindaco allegando la perizia che documenta l’illecito. L’Agenzia regionale per l’ambiente è chiamata a fare un controllo e per il ripristino della normalità è prevista una sanzione di 1.035 euro”. Naturalmente, per prima cosa, conclude Mattia, “bisogna cercare di risolvere bonariamente il problema con chi inquina chiedendo un risanamento, se fattibile, altrimenti basta richiedere una perizia fonometrica ad un qualificato e competente consulente tecnico esperto in acustica. In caso di irregolarità nei requisiti acustici passivi, la procedura legale che segue è di carattere tecnico ed è piuttosto veloce.
Inquinamento acustico, ne rispondono i costruttori
5 Novembre 2017 17:53
Category: PRP Channel