(di Massimiliano D’Elia) Oramai gli antibiotici si utilizzano come le aspirine, siamo abituati ad assumerli ad ogni segnale di malattia per essere subito attivi ed in forma. Le difese immunitarie hanno bisogno di rinforzarsi da sole combattendo batteri e virus. Dopo giorni di malattia e dopo che l’organismo ha combattuto da solo e non è riuscito a ristabilirsi, allora si chiede aiuto agli antibiotici. Basta guardare la serie televisiva fatta per i più piccoli: “siamo fatti così” che racconta il corpo umano in maniera davvero semplice ed efficace. La velocità della nostra società invece ci rende superficiali a danno della salute di noi stessi. Poi quando ci si ammala seriamente si sente dire: “ha trascurato i sintomi e purtroppo il male e’ degenerato, non c’è più niente da fare”. La velocità che ci aveva avvolto nel vortice, facendoci trascurare affetti e la propria salute ora sembra non esista più. Svanito nel nulla. Di fronte alla morte, i rimorsi: potevo fare, potevo dire etc. Quando diciamo agli amici che siamo ammalati gravemente, si intristiscono per un millesimo di secondo, giusto il tempo che il vortice non li risucchi nella velocità della vita. La morte ferma tutto. Vediamo quindi l’allarme lanciato dai Commissari europei per la salute e la ricerca.
La resistenza agli antibiotici e’ una “minaccia globale” che causa “25mila decessi l’anno, determina spese sanitarie e perdite di produttivita’ per 1,5 miliardi di euro” e “entro il 2050 potrebbe uccidere una persona ogni tre secondi” diventando “una causa di morte piu’ comune del cancro”. E’ quanto dichiarano i commissari Ue alla salute e alla ricerca, Vytenis Andriukaitis e Carlos Moedas, nel decimo anniversario della Giornata europea degli antibiotici. I commissari hanno ricordato i progressi compiuti dal piano d’azione Ue per contrastare il fenomeno, con linee guida sull’uso prudente degli antimicrobici in medicina umana, l’iniziativa comune sulle infezioni associate all’assistenza sanitaria che coinvolge 28 paesi, e la costruzione da parte di 3 agenzie europee (Ecdc, Efsa e Ema) di indicatori affinche’ Ue e Stati membri possano misurare progressi e carenze nella lotta all’antibiotico-resistenza.