(di Francesco Matera) Ai ferri corti, ormai è rottura tra il premier Giuseppe Conte e il leader di Iv Matteo Renzi. Conte nelle ultime ore ha concesso tutto a Renzi, 18 miliardi alla Sanità, la delega dei servizi segreti ad altro personaggio, ministeri di pregio, nulla però ha convinto il senatore di Rignano che è sempre apparso irremovibile sulla sua idea iniziale, quella di far capitolare Conte con tutti i suoi filistei.
Ieri in tarda mattinata l’ultimatum del premier: “Se Renzi si sfila impossibile un nuovo esecutivo con Italia Viva”. In risposta, Renzi: “Peggio per loro”.
La cartina tornasole della crisi è stato il Consiglio dei ministri notturno, dove le due ministre di Iv, Teresa Bellanova e Elena Bonetti, si sono astenute dal voto sul Recovery Plan. Renzi lo aveva annunciato quasi in diretta via social: “Se non ci sarà il Mes le ministre di Iv si asterranno”.
Oggi pomeriggio ci sarà la conferenza stampa convocata da Renzi dove molto probabilmente si avvierà la crisi del governo Conte2.
Nel frattempo circolano voci e ‘conteggi’ sui possibili “responsabili” pronti a prendere il posto di Iv al Senato. Quattro sarebbero i senatori che uscirebbero dal gruppo di Renzi e ben 8 da Forza Italia. Sui 4 del gruppo di Renzi lo stesso leader di Iv, ha smentito, ammettendo che anche il marito “becco” pensa che la moglie sia fedele.
Sul Mes le ministre di Iv definiscono “incomprensibile” la rinuncia al fondo salva-Stati, lamentano ritardi sulle urgenze del Paese e sui nuovi ristori.
“Il Mes non e’ compreso nel Next Generation, non e’ questa la sede per discutere il punto“, e’ la replica di Conte, che invita a “non speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Mes”, con “un accostamento che offende la ragione e anche l’etica“. Subito dopo e’ Roberto Gualtieri a intervenire. “Il Mes non ha “nulla a che vedere con il programma Next Generation Eu” e anche se si decidesse di attivarlo, “non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi”, spiega il ministro dell’Economia. “Il Mes non c’entra, non c’e’ ragione per astenersi“, e’ il concetto che sottolineano a loro volta Francesco Boccia e Enzo Amendola.
Al termine del Cdm il ministro Gualtieri ha così commentato: “E’ stato un gran lavoro, piu’ importante d’ogni polemica. Ora via al confronto in Parlamento e nella societa’”.
“Sara’ un governo Conte-Mastella e noi saremo all’opposizione o un esecutivo diverso”, attacca Renzi. “Ci sono delle forze che vogliono contribuire nel segno di un rapporto con l’Europa e penso che al momento opportuno queste forze possano palesarsi“, e’ la previsione ribadita da Goffredo Bettini.
Alessandro Di Battista sulla crisi, scrive su Facebook. “Se i renziani dovessero aprire una crisi in piena pandemia, nessun esponente M5S dovrebbe mai più sedersi a un tavolo, scambiare una parola, o prendere un caffè con questi meschini politicanti”.
Di Maio: “Se Iv esce, le nostre strade si dividono“.
Zingaretti, invece, convoca una riunione via Zoom con il vice Andrea Orlando, Dario Franceschini e i capigruppo di Camera e Senato Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Al termine così in una nota: “Confermiamo la nostra contrarietà all’apertura di una crisi che ora impedirebbe l’approvazione del decreto Ristori e gli aiuti per tanti italiani, per tante imprese e piccole attività in difficoltà“.