(di Francesco Matera) Conte ai suoi: “Fidatevi di me“. In apparenza sembra la Caporetto contiana, ma l’avvocato pugliese è sicuro di avere l’asso nella manica. Prima di tutto, svela Corsera, proverà a chiedere di un giorno, a giovedì, la proroga della presentazione della relazione sulla giustizia del ministro Bonafede. La “dead line” del governo Conte 2 è proprio sul voto a quella relazione. Renzi ha già promesso di non votarla anche se nelle ultime ore ha dimostrato qualche apertura: “Ritorniamo a parlare di politica”. Conte sa però che il capitolo Renzi è chiuso, si sono messi di traverso quelli del Movimento, Di Battista in testa. L’operazione reclutamento dei “costruttori” si è congelata e nella votazione Bonafede sia Liliana Segre che lady Mastella hanno già annunciato che non saranno presenti.
Il tempo stringe. Occorre correre ai ripari e subito perchè cadere al Senato significherebbe andare alle elezioni, una strada che nessuno vuole percorrere. Ad oggi si contano per la votazione sulla relazione Bonafede 154 giallorossi, inclusa la transfuga di Fi Maria Rosaria Rossi a fronte di 156 senatori delle opposizioni, Italia Viva inclusa.
Si corre però sul filo del rasoio perchè ci sono Comincini, Grimant, Marino e Sbrollini pronti a ritornare nelle fila del Pd. Da Forza Italia, invece, sarebbe pronto a smarcarsi Luigi Vitali mentre due dell’Udc, Binetti e Saccone si sono quasi convinti ad appoggiare il governo Conte.
Con 4 Senatori del Maie, Sandra Mastella e almeno altri 4 senatori si potrebbe creare un gruppo parlamentare ben definito in grado di permettere a Conte di salire al Colle per proporre un Conte ter. Un Conte ter viene auspicato anche da Mara Carfargna e dai parlamentari che fanno riferimento a Giovanni Toti, magari dal colore istituzionale con tutti dentro.
Se la situazione dovesse precipitare, in assenza di numeri convincenti prima della votazione della relazione Bonafede, Conte rischierebbe grosso perchè pur di non tornare alle elezioni Pd e M5S potrebbero imporre un Conte ter istituzionale, oppure un governo senza Conte con Renzi dentro. Altra soluzione potrebbe essere le dimissioni, prima del voto, del ministro Bonafede, un modo per temporeggiare e creare più sostanza parlamentare.
Insomma tutto in 4 giorni.