Uno studio-osservazione condotto nell’Unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia dell’Arnas-Civico di Palermo, diretta da Luigi Alio, ha constatato che il parto in acqua è in grado di abbassare la frequenza cardiaca della futura mamma e ha messo in evidenza ulteriori effetti benefici, tipo la riduzione del dolore e maggiore confort per la partoriente, del parto in acqua. La ricerca è stata realizzata impiegando nella sale parto moderne tecnologie come smartwatch e smartphone e la nuovissima app iOS WaterBirth, la prima app al mondo dedicata al parto in acqua, realizzata da Pharma Mum Italia e ora disponibile su App Store. Ogni anno, l’Arnas-Civico di Palermo registra circa duemila parti e il 5-7% di quelli naturali avviene in acqua. L’équipe di ricerca (composta da Walter Alio, dirigente medico dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’Arnas-Civico, Sara Amato, coordinatrice delle ostetriche, dalle ostetriche Valentina Ferrara e Sonia Sanfilippo, e da Andrea Varrica, laureando in Ostetricia all’università di Palermo) ha preso in esame 120 partorienti: di queste, 81 hanno avuto travaglio o parto in acqua, 39 fuori dalla vasca. Ed è qui che è entrata in gioco WaterBirth. Le gestanti indossavano uno smartwatch sul quale hanno indicato, con un semplice tocco sul dispositivo, l’inizio e la fine di ogni contrazione e anche la sua intensità (lieve, media o severa). Al contempo, WaterBirth ha permesso di registrare la frequenza cardiaca delle donne per valutarne l’andamento ed eventuali alterazioni e consentire così l’intervento dei sanitari, qualora fosse stato necessario. Tutti i dati (frequenza, intensità e durata delle contrazioni e battito cardiaco) sono stati osservati in tempo reale dal ginecologo e dall’ostetrica su uno smartphone collegato allo smartwatch. In tutte le rilevazioni, la frequenza cardiaca delle donne che hanno avuto travaglio o parto in acqua era più bassa rispetto a quelle che invece non lo hanno fatto. Questo perché il rilascio di endorfine (ormoni del benessere) provocato dall’acqua calda fa sì che il dolore delle contrazioni sia attenuato e, di conseguenza, la frequenza cardiaca si abbassa. “L’acqua calda – spiega il professore Luigi Alio – dona relax e riduce il dolore perché le endorfine ritardano la percezione dolorosa a livello cerebrale. La diminuzione del dolore comporta anche una diminuzione della frequenza cardiaca. Le tecnologie impiegate nello studio ci hanno permesso di misurare nella vasca del parto in acqua, oltre ai parametri cui eravamo abituati con il tradizionale cardiotocografo, anche la frequenza cardiaca della donna”. Il vantaggio fondamentale di WaterBirth per la partoriente è che può essere controllata costantemente restando immersa nell’acqua: fino a questo momento, la possibilità di verificare l’intensità del dolore delle contrazioni direttamente dalla vasca non esisteva. Oggi invece, grazie a WaterBirth, il personale medico e ostetrico può monitorare passo passo le varie fasi del parto in acqua, verificando l’intensità delle contrazioni e il battito cardiaco.La app inoltre consente di avere una media temporale delle contrazioni (ultimi 30 minuti, ultima ora, ultime 12 o 24 ore) e può funzionare anche senza smartwatch, dando la possibilità di registrare le contrazioni in termini di intensità e frequenza. Lo studio è stato condotto con il contributo incondizionato di Pharma Mum Italia.