L’economista Luca Bianchi è il nuovo Direttore della SVIMEZ. Lo ha nominato il Consiglio di Amministrazione.
Bianchi già in passato aveva lavorato alla SVIMEZ, dove era stato assunto nel 1996 ed era diventato Vice Direttore nel 2006. Nel 2012 fu scelto per ricoprire l’incarico di Assessore all’Economia della Regione Sicilia nella Giunta Crocetta fino a marzo 2014. Successivamente fu nominato Capo Dipartimento delle politiche competitive, della qualità agro-alimentare, ippiche e della pesca del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, incarico che ha tenuto fino al 28 febbraio 2018.
Ha collaborato nella sua carriera con numerose riviste e giornali, è autore del volume “Ma il cielo è sempre più su?” insieme a Giuseppe Provenzano, attuale Vice Direttore SVIMEZ.
APPROFONDIMENTO:
La SVIMEZ, Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, è un ente privato senza fini di lucro istituito il 2 dicembre del 1946 ad opera di un gruppo di importanti personalità del mondo industriale e finanziario italiano decide durante la Seconda Guerra mondiale di dare vita a un centro di ricerche e studi specializzato sul Mezzogiorno.
Gli obiettivi
Obiettivo principale dell’Associazione è lo studio dell’economia del Mezzogiorno, per proporre a istituzioni centrali e locali concreti programmi di sviluppo delle Regioni meridionali, arrivando così a realizzare “l’unificazione anche economica dell’Italia”.
Gli strumenti: industrializzare con intervento pubblico e straordinario
Il leit motiv dell’Associazione è “industrializzare” il Mezzogiorno, cioè promuovere lo sviluppo con l’applicazione delle logiche industriali a tutti i settori dell’economia, servizi e turismo compresi.
Non è il libero mercato lasciato a se stesso in grado di risolvere la “questione meridionale”, ma lo Stato, che deve promuovere la crescita del Sud con un insieme coordinato di azioni pubbliche e di interventi “straordinari”.
Straordinari per tre motivi:
- creare una convenienza all’investimento in un’area che da sola non attirerebbe imprenditori esterni;
- sostenere grandi opere, infrastrutturali e non solo, che richiedono quantità di risorse impossibili per i privati;
- affiancare l’attività delle amministrazioni ordinarie, limitate e inefficaci.
La statistica a servizio del Sud
Numerosissimi i contributi tecnici e scientifici che l’Associazione ha fornito nel corso degli anni ad enti e istituzioni centrali e locali. Tra questi, si ricordano le elaborazioni di indicatori della “depressione” del Mezzogiorno, che già dai primi anni ‘50 misuravano statisticamente i divari territoriali e il dualismo italiano; lo Schema di sviluppo dell’occupazione e del reddito in Italia nel decennio 1955-64, meglio noto come “Schema Vanoni”; la pubblicazione, dal 1974, degli annuali “Rapporti SVIMEZ sull’economia del Mezzogiorno”; i Rapporti sui Mezzogiorni d’Europa degli anni 90; la stesura di piani regionali di sviluppo (Regione Calabria, Puglia, Campania) e di osservatori socio-economici regionali.
Già dagli anni Cinquanta il tema dei divari di sviluppo tra aree interne allo stesso paese è stato affrontato in un’ottica non solo nazionale, come testimoniano le collaborazioni con importanti istituzioni italiani e internazionali (il IRI, CENSIS, lo IASM, il FORMEZ, l’IPI, l’OCDE, il MIT-USA).
La SVIMEZ è stata anche molto attiva nel campo della formazione; in collaborazione con la “Ford Foundation”, nel 1957 è nato il Centro per gli studi sullo sviluppo economico e la Scuola di specializzazione sui problemi della politica per lo sviluppo.
Le leggi per il Mezzogiorno
Fin dai primi anni di attività, la SVIMEZ ha dedicato grande cura e attenzione alla legislazione meridionalista, il cosiddetto “diritto per il Mezzogiorno”, con numerose analisi, volumi, commenti sugli interventi speciali e studi sulla produzione normativa regionale, nazionale e comunitaria.