Secondo quanto riferito da alcune fonti locali, sarebbero almeno 11 le persone (sette civili e quattro ribelli pro-turchi) rimaste uccise nell’esplosione di un edificio “imbottito da esplosivi” nella città di Afrin, enclave curda nel nord della Siria conquistata ieri dall’esercito turco affiancato da ribelli dell’opposizione siriana che si fanno chiamare “Esercito Libero Siriano” (ELS).
L’esplosione è avvenuta nella serata di ieri mentre erano in corso operazioni di bonifica da parte dell’ELS di un edificio di quattro piani nel quartiere di Ahmed Shahawi. Secondo la testimonianza di un combattente dell’ELS le milizie curde avrebbero imbottito l’edificio di esplosivo.
È giunta intanto la conferma della morte di una cittadina britannica, che si era unita alle milizie curde, rimasta uccisa lo scorso 15 marzo nell’offensiva dalla Turchia contro l’enclave di Afrin. Secondo i media locali la morte della giovane di 26 anni, Anna Campbell, idraulica originaria dell’East Sussex, unitasi ai combattenti curdi lo scorso maggio, sarebbe stata confermata dal padre.
Si tratta del secondo caso noto di un foreign fighter filo-curdo ucciso ad Afrin, che si aggiunge a quello dell’islandese di 32anni, Haukur Hilmarsson, morto lo scorso 24 febbraio.