I dati non sono ancora ufficiali e definirvi, tuttavia Erdogan celebra la vittoria respingendo le accuse di brogli. Erano 350 i funzionari europei che controllavano la regolarità delle elezioni e soprattutto dello scrutinio. Un’attivista italiana, durante le concitate fasi del voto e’ stata arrestata per terrorismo. Una vittoria, tuttavia, che concede ad Erdogan i superpoteri previsti dalla riforma presidenziale da lui stesso voluta e approvata dal referendum dell’aprile 2017. Superando i 15 anni consecutivi di governo del paese, Erdogan si appresta a superare il più longevo leader del secolo ed eroe nazionale Ataturk.
Un vittoria che di fatto e’ stato un referendum sulla sua persona, rispetto al quale il presidente turco, con il 52,5% ottenuto oggi ha pure recuperato un 1%, piu’ che sufficiente a mandare al tappeto l’agguerritissimo sfidante repubblicano. Muhaarrem Ince, con il 30% dei voti, non e’ infatti riuscito a trascinare Erdogan nel pantano del ballottaggio, ma sicuramente ha conquistato la leadership del proprio partito. L’8,2% del leader filocurdo Selattin Demirtas, e’ invece auspicabile rappresenti un passo verso la liberazione dell’ex segretario Hdp, in carcere dal 4 novembre 2016 con accuse di terrorismo. Sotto le aspettative, al 7,3%, la lady di ferro Meral Aksener, fondatrice del “Buon Partito” Iyi parti, nato da una scissione dai nazionalisti dell’Mhp, alleati di Erdogan. Sicuramente meno atteso della vittoria di Erdogan e’ il risultato delle elezioni parlamentari. La maggioranza (53,6%) va alla coalizione formata dall’Akp di Erdogan, al 42,4% e i nazionalisti dell’Mhp all’11.2%. Un risultato che garantisce 342 seggi (molto oltre la maggioranza assoluta, 301 seggi) del nuovo Parlamento turco, che in virtu’ della riforma dello scorso anno passa da 550 a 600 parlamentari. Da notare che la maggioranza assoluta e’ garantita solo in virtu’ dell’alleanza Akp-Mhp, con il partito di Erdogan comunque lontano dai tempi in cui otteneva da solo la maggioranza assoluta e l’Mhp era all’opposizione. Erdogan da una coabitazione con un governo di coalizione la cui sola ipotesi, nonostante le aperture del presidente, si presenta ricca di incognite in partenza. Al 34,17% la coalizione formata dai repubblicani del Chp (22,7%), l’Iyi parti di Meral Aksener (al 10%) e i conservatori di Saadet, che superano di poco l’1%. A questa seconda coalizione saranno assegnati 191 seggi. Intramontabile rimane in Turchia il sentimento nazionalista, con i due partiti che si professano eredi dei ‘lupi grigi’ che superano il 10%. Se si sommassero i voti di Mhp e Iyi parti l’ultradestra turca supererebbe il 20% dei consensi.
Importante il fatto che i filo curdi dell’Hdp abbiano superato la soglia del 10% e con l’11,47% delle preferenze si siano garantiti 67 seggi. La loro sara’ un’opposizione senza sconti, che gia’ con la candidatura del detenuto Demirtas ha avuto il merito di riportare al centro del dibattito la violazione dei diritti civili e politici a danni dei parlamentari e attivisti detenuti in attesa di processo.