Nella mattinata di oggi si è svolto, presso la sede Inps di Palazzo Wedekind a Roma, un convegno internazionale sulle attuali iniziative digitali nazionali e comunitarie, che possono agevolare l’applicazione delle norme di coordinamento della sicurezza sociale dell’Unione Europea.
“Path to the Digital Decade” è un progetto presentato dalla Commissione Europea per la definizione di traguardi e obiettivi concreti, da realizzare entro il 2030, a sostegno della trasformazione digitale in Europa nel settore dei servizi pubblici, fondamentale per migliorare l’efficienza e l’interazione dei cittadini con le amministrazioni.
Pasquale Tridico, Presidente Inps, nell’aprire i lavori, dopo aver dato il benvenuto gli ospiti, ha ricordato come l’Istituto sia da sempre impegnato sul fronte dell’innovazione, tanto da essere considerato un motore di innovazione per tutta la P.A. in Italia. In linea con il Piano Italiano di Ripresa e Resilienza, l’Inps vuole e deve partecipare come una delle istituzioni fondamentali, in questo processo di ripresa. Lo sforzo dell’Istituto è sempre stato quello di innovare e dare impulso alla trasformazione digitale. Grazie alla collaborazione di Inps con altri enti pubblici e associazioni di categoria, l’innovazione ha fatto grandi progressi nel promuovere soluzioni basate su tecnologie emergenti, che possono contribuire a superare le barriere della cooperazione a livello nazionale e internazionale. A tal fine l’Inps partecipa a tutti i tavoli dei progetti dell’Electronic Exchange of Social Security Information (Eessi), promosso dalla Commissione europea, oltre ad aver promosso una soluzione centralizzata per il passaggio a Rina, il software impiegato dagli Stati membri dell’Unione Europea per scambiare i dati delle previdenze sociali. Tridico ha inoltre esposto alcuni esempi del ruolo innovativo dell’Inps. Tra questi lo European Social Security Pass (Esspass), un portafoglio di dati di previdenza sociale, che può essere condiviso dai vari istituti dei Paesi membri, per facilitare la mobilità dei lavoratori dell’Unione. Questo progetto, ha spiegato il Presidente, che è attualmente focalizzato sulla dimostrazione della sua applicazione al distacco dei lavoratori all’estero, è realizzato in collaborazione con la Dg Empl della Commissione europea e vede la partecipazione di dieci istituzioni europee. Questo progetto ci porta in stretto contatto con le direzioni Dg Connect e Digit della Commissione europea, e l’Inps è una presenza significativa nel progetto Ebsi, promosso dalla European blockchain partnership.
A seguire Andrea Orlando, Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali ha sottolineato come l’Inps possa contare su un patrimonio di professionalità unico e sia un soggetto imprescindibile delle politiche sociali del nostro Paese, come la pandemia di Covid-19 ha mostrato chiaramente. L’Istituto è tuttavia vittima di una rappresentazione della realtà deformata dall’ideologia, che nel migliore dei casi vede il welfare come un costo, se non uno spreco. Digitalizzare la rete di protezione sociale è un compito ambizioso, ma necessario, una sfida che attiene alla tenuta democratica del Paese. Secondo Orlando, inoltre, il sistema di previdenza sociale deve adattarsi a percorsi meno tradizionali e più discontinui, visto che nel mercato del lavoro stanno emergendo nuove forme di contratto ma anche contesti come le piattaforme digitali che spesso non sono riconosciute come datori di lavoro e presentano altre complessità.
Joost Korte, Direttore generale della DG Employment, Social Affairs and Inclusion della Commissione Europea, ha affermato che la questione della digitalizzazione della pubblica amministrazione è tutt’altro che tecnica: è soprattutto politica, e riguarda anche come l’Italia impiegherà le opportunità offerte dal Recovery Fund. La Commissione sostiene gli sforzi verso la digitalizzazione delle amministrazioni pubbliche dei Paesi membri. Le priorità sono rendere più rapido ed efficiente lo scambio di informazioni, garantire un controllo più efficace e permettere ai cittadini dell’Unione di godere al meglio dei servizi pubblici, che sono diritti fondamentali. Korte ha inoltre elogiato la promozione dello “European Social Security Pass” (Esspass), lanciato dalla Commissione a marzo, che l’Inps ha elaborato e promosso. L’iniziativa mette a frutto le lezioni apprese dal passato ed esplora la flessibilità, per connettere cittadini e istituzioni e facilitare l’estensione della copertura sociale e previdenziale. Korte ha però avvertito che la digitalizzazione necessita del coinvolgimento di tutti i Paesi membri e che la Commissione sta lavorando in questo senso.
David Dion Pascal, Direttore generale per l’Impiego, gli affari sociale e l’inclusione della Commissione Europea, ha spiegato che obiettivo principale di Esspass è fornire il link mancante tra il cittadino dell’Unione, che si sposta per motivi di lavoro, e l’Electronic Exchange of Social Security Information (Eessi), il sistema di comunicazione e scambio di informazioni tra gli Istituti previdenziali. Adottato a marzo scorso dalla Commissione europea, quest’ultimo si basa sulla collaborazione dei Paesi membri e mette a frutto le esperienze già maturate in passato. Sono previsti diversi passaggi tra cui la richiesta del lavoratore del certificato di distacco in Paesi Ue e la sua emissione da parte dell’Istituto previdenziale del Paese di origine, fino ad arrivare alla condivisione del documento da parte dell’Istituto di destinazione e alla possibilità di verifica dell’Ispettorato.
Stefano Cascone, Dirigente INPS, ha di seguito sottolineato la collaborazione tra l’Istituto e la Commissione Europea per la realizzazione del progetto Esspass, al fine di realizzare un diverso approccio al cittadino, con l’utilizzo di un “wallet” (meccanismo di archiviazione e protezione sicura) per la gestione dei dati sensibili e l’uso delle tecnologie “blockchain” per assicurarne la sicurezza e la trasparenza.
Antonello Lilla, Dirigente INPS, si è soffermato sull’aspetto del recupero di somme indebitamente percepite grazie alle nuove tecnologie e sul contributo fondamentale della digitalizzazione nel prevenire e nel combattere le frodi e i comportamenti illeciti.
Gertruda Uscinska, Presidente del Zakład Ubezpieczeń Społecznychzus ZUS, Istituto di previdenza sociale della Polonia, ha affermato che l’Istituto di previdenza sociale è la prima agenzia di amministrazione digitale della Polonia. Si coordina continuamente con altri istituti locali e con gli omologhi nell’Unione e con la Commissione europea, in quanto dotata di un e-office a partire dal 2016. La pandemia di Covid-19 ha fatto capire a tutti gli Stati membri l’importanza di continuare a investire nella digitalizzazione.
Sulla stessa linea, Ilka Wölfle, Deutsche Sozialversicherung Europavertretung and President of the European Social Insurance Platform (Esip), ha affermato che la coordinazione tra i vari istituti di previdenza sociale è uno degli elementi chiave del progetto di integrazione europea ed è stata fin da subito percepita come un passaggio fondamentale per garantire la mobilità dei lavoratori dell’Unione. In questo senso la cooperazione tra gli Stati membri è un fattore chiave, anche in vista degli obiettivi della Commissione europea per il 2030, di rendere accessibili online il 100% dei servizi chiave al 100% dei cittadini europei. Alcuni dei frutti più significativi della coordinazione a livello europeo sono stati l’Electronic Exchange of Social Security Information (Eessi) e il Reference Implementation for a National Application (Rina).
Karel Lucien Deridder, National Liason Officer del Belgio dell’Autorità europea del lavoro, ha affermato che promuovere la collaborazione tra i Paesi membri dell’Unione e lo scambio di strumenti digitali e database è un passaggio chiave per contrastare le frodi e gli errori nel settore della previdenza sociale e per combattere illeciti e lavoro nero, permettendo una condivisione di dati tra gli ispettori dei diversi Paesi. L’operato dell’Autorità europea del lavoro (Ela) va in questa direzione.
In conclusione, l’incontro è stato occasione per uno scambio di opinioni sulle attuali iniziative digitali nazionali e comunitarie, che possono contribuire ad agevolare l’applicazione delle norme di coordinamento della sicurezza sociale dell’Unione Europea, offrendo servizi incentrati sulla persona ai cittadini che esercitano il loro diritto alla libertà di movimento.