Il Trattato del Quirinale entra nel vivo con la firma che verrà apposta giovedì prossimo a Roma dal premier italiano Mario Draghi e dal presidente francese Emmanuel Macron. Un documento corposo composto da una premessa e da undici capitoli tematici: Esteri, Difesa, Europa, Migrazioni, Giustizia, Sviluppo economico, Sostenibilità e transizione ecologica, Spazio, Istruzione formazione e cultura, Gioventù, Cooperazione transfrontaliera e pubblica amministrazione.
Importante e significativo è l’annesso programma di lavoro che fissa gli obiettivi comuni dei due Paesi.
Tra le priorità individuate dalle due diplomazie gli impegni congiunti nel Mediterraneo, Balcani e Africa e nel settore della Difesa con la collaborazione dell’industria militare nella difesa, spazio e cyber.
Oltre ad accordi strategici ci sono anche sintonie istituzionali. Lunedì 29 novembre a Parigi il presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il presidente dell’Assemblée nationale Richard Ferrand firmeranno un accordo di cooperazione, mentre l’8 e il 9 dicembre, sempre a Parigi, si incontreranno le due commissioni Esteri.
Non è un documento d’intenti, scrive corsera, ma impegna i due governi a riunioni congiunte dei Consigli dei ministri, un vertice bilaterale ogni anno e la ricerca costante di una posizione comune nell’Unione europea ma anche nelle istituzioni internazionali come l’Onu o la Banca Mondiale.
In molti sollevano dubbi sull’attivismo internazionale francese e sulla volontà dei transalpini di tenere a bada i vecchi cugini italiani che, previsioni economiche alla mano, contano di crescere mediamente nei prossimi anni più dei paesi europei, diventando, così, la nuova locomotiva comunitaria. A rassicurare gli animi il presidente della Commissione Esteri della Camera, Piero Fassino: “Una paura fuori luogo, che ignora il fatto che la Francia è il nostro secondo partner commerciale dopo la Germania, che il numero di imprese italiane che operano in Francia è analogo a quello delle imprese francesi nel mercato italiano, e che ci sono grandi gruppi italo-francesi, come EssilorLuxottica, guidati dall’Italia”.