Il desiderio di volare vincendo la forza di gravità è sempre stata un’aspirazione dell’uomo fin dall’antichità. Gli antenati dell’uomo infatti rivolgevano spesso lo sguardo al cielo per ammirare quei meravigliosi e misteriosi “oggetti” luminosi come il Sole, la Luna, le stelle ritenendoli spesso simboli sovrannaturali, divini e portandoli a pensare che la vita stessa dipendesse dal volere del cielo.
Spesso ammiravano gli uccelli, strane creature volanti, provando quel forte desiderio di spiccare in volo come loro, di riuscire ad attraversare le nuvole vincendo forza di gravità, assaporando quel senso di leggerezza e di forza che lo facesse sentire libero desideroso di scoprire cosa si nascondeva oltre l’orizzonte.
È proprio questo desiderio di libertà e la curiosità di andare sempre oltre il conosciuto che ha permesso all’aviazione italiana di costruire velivoli che hanno scritto la storia compiendo delle imprese eroiche mai provate prima dall’uomo, e questo è lo spirito dei piloti dell’Aeronautica Militare che con coraggio volano in alto puntando verso le stelle.
Tra i vari traguardi raggiunti, in questo numero, ricordiamo quello del leggendario velivolo Savoia Marchetti S79T.
Il 24 gennaio 1938 vede la spettacolare impresa dei «Sorci verdi», nome assegnato alla 205ª Squadriglia italiana, la prima a ricevere i trimotori SIAI S.79 soprannominato lo “Sparviero”.
Tre S.79T (dove T sta per transatlantico) portano a termine un eccezionale volo di distanza da Guidonia a Rio de Janeiro via Dakar. Percorrendo la distanza di 9.150 km ad una velocità media di 404 km/h.
Questa spettacolare impresa è incredibilmente ben documentata dal nuovo entusiasmante video della rubrica “I velivoli dei record” realizzato dal personale della Sezione Multimediale dell’Ufficio Storico con una scrupolosa e puntuale ricostruzione in 3D.
Buona visione