Sono 13 i turisti, svedesi e norvegesi, colpiti tra gennaio e aprile. Lo rivela il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) sul proprio sito. Secondo gli esperti c’è un alto rischio che questo batterio si diffonda in Europa se non vengono prese le necessarie misure sanitarie di prevenzione.
Stiamo parlando di Klebsiella pneumoniae St392, un batterio che risulta essere molto resistente agli antibiotici che solitamente si contrae durante i ricoveri in ospedale. Dalle analisi è emerso che il batterio è stato contratto all’interno di una stessa struttura sanitaria dell’isola delle Canarie.
Secondo quanto reso noto dagli esperti se i soggetti portatori del batterio vengono ricoverati nelle strutture ospedaliere dei loro paesi di origine, il rischio di ulteriori trasmissioni è molto alto soprattutto se non vengono messe tempestivamente in atto le misure di prevenzioni e controllo delle infezioni.
Klebsiella pneumoniae St392, che produce enzimi Oxa 48, è un batterio multiresistente che si contrae “tipicamente in ambito sanitario”, per questo il report degli esperti Ecdc suggerisce agli ospedali dei Paesi Ue “di prendere in considerazione, al momento del ricovero di un paziente, la cronologia dettagliata di tutti i viaggi fatti nell’ultimo periodo e se c’è stato un ricovero ospedaliero in una struttura a rischio”.
Tutti coloro che sono stati trasferiti direttamente o sono stati ricoverati in un paese straniero nei 12 mesi precedenti il ricovero nel paese d’origine devono essere controllati per questo batterio.
In Messico, sono almeno nove i neonati che nelle scorse settimane potrebbero essere morti a causa di un batterio del genere klebsiella. I decessi sono avvenuti fra la fine di giugno e l’inizio di luglio nell’unità di terapie speciali neonatali, che ospitano mensilmente 400 neonati, e per il momento i referti medici precisano unicamente che si è trattato di un batterio resistente a tutti gli antibiotici.