E’ stata minata la sicurezza greca e la Grecia ha espulso due diplomatici russi e rifiutato di accreditarne altri due. La Grecia non aveva aderito con i 30 paesi che avevano espulso o rifiutato di accreditare diplomatici russi a marzo, in solidarietà con il Regno Unito. Le espulsioni erano arrivate in risposta al tentato omicidio di Sergei Skripal, un ex ufficiale dei servizi segreti russo che viveva in Inghilterra dal 2010. La Gran Bretagna ha accusato il Cremlino di aver appoggiato l’attacco a Skripal. Ma il governo greco, che ha sempre intrattenuto rapporti con Mosca per decenni, aveva messo in guardia i paesi europei contro misure eccessivamente aggressive contro il Cremlino.
Recentemente il repentino cambiamento, quando Atene ha annunciato l’espulsione a sorpresa di due diplomatici russi dalla capitale greca. Uno dei due diplomatici è Victor Yakovlev, terzo segretario dell’ambasciata russa ad Atene, che secondo alcuni è in realtà un ufficiale dei servizi segreti. Altri due diplomatici russi, che non sono stati nominati pubblicamente, non possono entrare in Grecia. Secondo una dichiarazione ufficiale del Ministero degli Affari Esteri greco, le espulsioni hanno lo scopo di impedire “l’indebolimento della sicurezza nazionale”. Tuttavia, un rapporto del quotidiano greco Kathimerini ha detto che la mossa è stata presa in risposta ai tentativi delle spie russe di corrompere funzionari statali greci. Altri rapporti sostengono che i russi sono stati sorpresi nel tentativo di ricattare i legislatori greci sulla possibile espansione dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), di cui la Grecia è membro.
Alcune delle accuse riportate dalla stampa greca si riferiscono alla controversia lunga trent’anni del paese con l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, che Atene accusa di nutrire ambizioni territoriali. La Grecia, lo stato più ricco e potente dei Balcani, ha vietato l’ingresso del suo vicino settentrionale nell’Unione europea e nella NATO finché non fosse conforme a un elenco di richieste greche. Primo fra tutti è il disegno di una netta distinzione tra la Macedonia greca, un antico regno greco governato da Alessandro Magno e l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia, che comprende una piccola parte dell’antico impero di Alessandro. Il mese scorso, la disputa decennale tra i due paesi vicini sembrava concludersi con l’adozione della “Macedonia settentrionale” come nome ufficiale della ex repubblica jugoslava. L’accordo avrebbe aperto la strada al piccolo paese senza sbocchi sul mare ad avviare negoziati per l’eventuale ingresso nella NATO. Tuttavia, i nazionalisti di entrambi i paesi hanno organizzato manifestazioni pubbliche per protestare contro l’accordo.
Sembra che i diplomatici russi abbiano tentato di convincere i legislatori greci – attraverso l’estorsione, la corruzione o entrambi – a votare contro l’accordo proposto. Ci sono anche rapporti secondo cui i diplomatici russi avrebbero l’organizzazione di manifestazioni a livello nazionale contro l’accordo proposto in Grecia, finanziando e diffondendo informazioni sui social media. Il governo russo ha detto mercoledì che protesta contro l’espulsione dei suoi diplomatici da Atene. Ha anche detto che si riservava il diritto di rispondere alla mossa della Grecia espellendo un numero uguale di diplomatici greci da Mosca.