Fare presto per iniziare a lavorare a favore degli italiani. Lo sa Giorgia Meloni, lo sanno i suoi alleati che superate alcune frizioni con Forza Italia (più precisamente con Silvio Berlusconi) per sabato prossimo si pensa già di giurare di fronte al Presidente Mattarella.
A colorare la giornata le parole non proprio tempesive di Silvio Berlusconi sui rapporti con Vladimir Putin e l’insistenza per avere Elisabetta Casellati alla Giustizia. Parole che hanno provocato “stupore” e anche “preoccupazione” nei vertici di Fdi e che a qualcuno fanno dire che ora “niente è più scontato”.
La leader, dice chi le ha parlato in queste ore, è furiosa. Non si aspettava, dopo l’incontro di via della Scrofa, l’ennesimo strappo del Cavaliere. Che ha iniziato con l’attacco sulla distribuzione dei collegi e ha proseguito in questi ultimi giorni in una sorta di “escalation” con la lista della spesa dei ministri, la pretesa di avere Elisabetta Casellati alla Giustizia.
L’obiettivo, dicono a Fdi, è quello di stilare una lista “di alto profilo”, ma al momento non sarebbe più nemmeno certo, azzarda qualcuno, che si andrà tutti insieme alle consultazioni al Quirinale.
Meloni, dicono i suoi colonnelli è “generosa” e farà comunque in modo che tutte le anime della maggioranza siano rappresentate nella squadra che presenterà al Colle semmai dovesse ricevere l’incarico.
Sulla lista dei ministri, osservano i collaboratori della premier in pectore, sia Fdi sia la Lega non hanno fatto altro che definire una “sgrammaticatura istituzionale” i vari totonomi. Sgrammaticatura esercitata palesemente da Berlusconi che, a più riprese, ha dato elenchi di nomi, senza considerare che ha continuato a insistere sulla casella della Giustizia per Elisabetta Casellati nonostante l’intesa di via della Scrofa fosse di tutt’altra natura.
Meloni vuole Carlo Nordio come Guardasigilli. A Casellati sarà destinata quella delle Riforme. Ma ora sulla lista deciderà lei, garantiscono i suoi, con Sergio Mattarella che guarderà in particolare ai ministeri chiave – Economia, Difesa, Interni ed Esteri, a cui dovrebbe approdare proprio il coordinatore di Fi Antonio Tajani.
“Non so se ce la faremo, ma se c’è qualcuno che ce la può fare quella è Giorgia Meloni” assicura il presidente del Senato Ignazio La Russa, che continua ad andare e venire dagli uffici di Montecitorio. In silenzio.
I dossier scottanti del nascente Governo. l’emergenza del gas (per il quale non sarebbe tramontata l’idea di trovare un ruolo per il ministro uscente Roberto Cingolani) sembra prendere una buona piega in Europa. Consentire di usare i fondi di coesione, peraltro, potrebbe semplificare anche la scrittura della manovra. I contatti con Draghi, “costanti e buoni” li definiscono da Fdi, hanno fin qui consentito di studiare a fondo il dossier. Il premier uscente invierà alle Camere solo una informativa, niente comunicazioni con voto in questo momento di passaggio, e venerdì chiuderà a Bruxelles la sua esperienza alla guida del governo.