Dalle prime luci dell’alba, sul territorio nazionale (Lombardia, Piemonte e Calabria) e in Germania, è in corso un “Action Day” coordinato da Eurojust per i profili internazionali, con il supporto di Europol, relativo a una maxi operazione congiunta del Gruppo Carabinieri per la Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica di Milano e dell’Ufficio Federale di Polizia Criminale (BKA) di Monaco di Baviera (Germania), nel quadro delle indagini condotte dalla Procura di Milano, dalla Procura di Monaco e dalla Procura di Reggio Calabria.
Le predette Autorità Giudiziarie hanno da tempo istituito una squadra investigativa comune per far luce su gravi fatti reato in materia di traffico illeciti di rifiuti, che si è sviluppato in vari paesi europei, unitamente ad un giro vorticoso di false fatturazioni ed attività di riciclaggio.
Numerosi arresti e perquisizioni sono in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. di Milano a seguito della citata indagine, caratterizzata da una costante ed efficace collaborazione delle Autorità Giudiziarie e di Polizia tedesche, in sinergia con i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (NOE) di Milano, coordinati dalla Procura di Milano
Eurojust ha assicurato un costante supporto, facilitando lo scambio di informazioni e di elementi di prova tra numerose autorità straniere, mentre Europol ha condotto utili attività di analisi dei dati emergenti dalla complessa trama.
Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, e nel pieno rispetto della presunzione di innocenza che va assicurata agli indagati, i destinatari del provvedimento cautelare sarebbero, a vario titolo, gravemente indiziati di essere responsabili di associazione a delinquere (art. 416 c.p.), attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies c.p.), riciclaggio (art. 648 bis c.p.), auto riciclaggio (art. 648 ter c.p.), dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture false (art. 2 d.lgs. 74/2000), emissione di fatture per operazioni inesistenti (art. 8 d.lgs. 74/2000).
Disposto anche il sequestro di beni per un valore complessivo pari a circa 90 milioni di euro, somma ritenuta pari ai profitti illeciti dell’associazione criminale, che solitamente venivano reinvestiti nello stesso traffico illecito di rifiuti o in altre attività lecite (tra cui l’acquisto di quote di una società di calcio).