Sanzioni alla Cina? Sarebbero al vaglio degli occidentali

Ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha incontrato alla Casa Bianca, per oltre un’ora, il presidente americano Joe Biden. Un incontro segnato dalla comune volontà di continuare ad aiutare l’Ucraina contro l’aggressore. Biden ha elogiato gli storici cambiamenti tedeschi nel garantire un determinante sostegno militare e supporto morale all’Ucraina. Oltre alla fornitura di armi Berlino è riuscita a svincolare le proprie forniture energetiche da quelle russe.

Si è parlato esclusivamente di Ucraina mentre il dossier Cina è stato toccato solo sul paventato sostegno militare alla Russia. Secondo quanto scrive La Stampa Washington starebbe cercando il consenso degli europei per muoversi con sanzioni, e fonti diplomatiche Ue hanno confermato che “Bruxelles si allineerà se dovessero esserci le prove di un ruolo letale cinese“. Nel mirino delle sanzioni entrerebbero le aziende cinesi attive nel contribuire, con i propri prodotti, allo sforzo militare russo.

Nella guerra in corso la Germania è un partner determinante per gli Stati Uniti perchè è il secondo contributore con 15 miliardi di dollari. Sulla vicenda Leopard vs Ambrams sembra tutto passato in sordina tant’è che Scholz ha ribadito la stretta cooperazione fra i governi nel continuare a sostenere l’Ucraina sino a quando sarà necessario. Nel frattempo gli Usa hanno stanziaro altri 400 milioni fra munizionie missili.

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Certo è che una guerra lunga inizia a far scricchiolare la tenuta dell’opinione pubblica dei Paesi occidentali. A Berlino poche ore fa una manifestazione di 13mila persone ha enfatizzato i dibattiti in corso al Bundestag sulla preoccupazione della durata del contributo a favore dell’Ucraina.Negli Usa l’opinione pubblica solo al 48% è favorevole all’invio perpetuo di aiuti all’Ucraina mentre al Congresso si inizia a discutere di exit strategy favorendo, comunque, una pace giusta e duratura per Kiev, garantendo nel contempo un ombrello di protezione internazionale per evitare furure velleità di Mosca.  

Sanzioni alla Cina? Sarebbero al vaglio degli occidentali

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