Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare generale di squadra aerea, Luca Goretti, è stato audito ieri presso la Commissione Difesa della Camera dei deputati. In evidenza la necessità di maggiori investimenti economici per modernizzare le flotte e garantire l’addestramento, la parteneriship ricerca-industria sulla tecnologia nel comparto difesa, lo sviluppo dell’aereo di sesta generazione Global Combat Air Programme (Gcap), con Giappone e Regno Unito.
Gcap
Il progetto Gcap precisa Goretti “nasce dalla naturale esigenza di sostituire macchine obsolete. La tecnologia è il sangue che scorre nell’Aeronautica militare poiché lo strumento aeronautico vive grazie a questo. Per essere rilevanti, difendersi o essere alla pari degli altri il software è la chiave di volta del velivolo militare: occorre far crescere la nostra industria che creare dispositivi efficaci da mettere dentro la scatola“.
L’iniziativa con inglesi e giapponesi “è un’opportunità per le università e le industrie di essere competitive e crescere. Il velivolo è un sistema di sistemi a cui agganciarsi per prendere e disseminare dati. Il programma è un’opportunità di ricerca, più che militare: mentre prima noi offrivamo proposte alle università, adesso noi diciamo qual è la minaccia e ciò da loro la possibilità di sviluppare idee che servono a noi”.
“Abbiamo scelto gli inglesi perché è una naturale alleanza legata a complesse dinamiche industriali in ambito europeo: dove alcuni Paesi cercano di dettar legge. Invece, noi in Italia dobbiamo difendere le nostre industrie: le scelte dei governi attuale e precedente sono legate alla necessità di non annichilire il settore, ma di giocarsi la partita. Forse in futuro ci saranno convergenze con altri Paesi”.
F-35
Il Capo dell’Aeronautica ha poi parlato della guerra in corso nel bel mezzo d’Europa: “L’invasione dell’Ucraina da parte russa ha riportato in maniera improvvisa e dirompente nella nostra vita fantasmi del passato ormai dimenticati, catapultando il continente europeo indietro di un secolo. Convincersi che tutto ciò a cui stiamo assistendo sia un evento isolato, lontano e irripetibile, è mio avviso un errore fatale che non dobbiamo commettere. Basti pensare che zona di guerra dista in linea d’aria quanto il Brennero da Lampedusa”.
“Tale ingiustificabile aggressione ha anche dimostrato come il nostro Paese abbia saputo tempestivamente reagire con grande risolutezza, attivando in tempi rapidi il complesso militare nazionale. L’Aeronautica Militare ha confermato di possedere grande professionalità e reattività, riuscendo a mettere in campo uno strumento di difesa e deterrenza credibile raddoppiando in sole 48 ore lo sforzo del proprio contingente di velivoli da caccia Eurofighter in Romania nello svolgimento della missione Nato di sorveglianza dei cieli europei operando in perfetta sinergia con gli oltre 100 velivoli dell’alleanza atlantica lanciati in volo sin dalla prima sera a protezione del fianco orientale della Nato”
La legge 119 del 2022, ha ricordato il generale, “ha invertito la tendenza rispetto alle austere scelte del passato, ma è un primo passo. Bisogna ripristinare il numero di velivoli che era stato pensato prima del 2012 ed assicurare adeguate scorte di munizionamento di precisione.
Non si tratta – ha precisato Goretti – “di una miope escalation verso il riarmo ma bisogna fare ciò che è necessario per difendere l’Italia, nella speranza di non dover essere mai chiamati a farlo”. Goretti ha evidenziato la necessità di un “sostanzioso incremento” del personale rispetto ai numeri fissati dalla legge di riforma dello strumento militare del 2012 e più aree di addestramento.
“Chiediamo di ripristinare il numero di caccia F-35 originario: erano 131 prima del taglio a 90, quando qualcuno parlava di sperpero dei soldi dei contribuenti. Se vogliamo essere rilevanti in un contesto come quello attuale dobbiamo avere numeri adeguati”.
“Senza un controllo dei cieli – ha precisato il generale – anche le forze di terra e di mare diventano vulnerabili. E’ impensabile operare senza un adeguato ombrello protettivo. E’ imperativo programmare oggi un sistema di ammodernamento aereo di nuova generazione”.