(di Francesco Matera) Quasi mille persone portate in salvo e sbarcate a Lampedusa, altre 300 nel Mare Ionio. Un’ondata che fa di nuovo impennare il numero degli arrivi nel nostro Paese superando, nell stesso periodo, i livelli del 2022 e 2021.
Una nuova tendenza che preoccupa non poco il governo italiano che ha cercato di porre rimedio con una serie di incontri bilaterali all’estero in Tunisia e Libia.
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A Tripoli a fine gennaio si è parlato di porre in essere una poderosa azione di controllo del territorio, concetto ribadito a Roma, tre settimane fa, tra il ministro Piantedosi e il ministro libico dell’Interno, Imad Mustafa Trabelsi. Una prospettiva che però non è del tutto soddisfacente visto che in Libia la situazione non è affatto semplice dove ancora scorribande di milizie si spartiscono importanti fette di territorio.
Per non parlare che a gestire sterminati campi di migranti sarebbero i libici che hanno giurato fedeltà al generale kalifa Haftar che, come noto, è sostenuto ed aiutato dalla compagnia privata russa Wagner. Da qui il dubbio che a riaprire i rubinetti dei flussi migratori possa essere Putin in prima persona, applicando uno dei principi della guerra ibrida, tanto cara al suo capo delle forze armate generale Gerasimov. Una risposta di Mosca alla recente visita del premier Meloni a Kiev e del sostegno italiano incondizionato alla causa ucraina.
Inondare l’Italia e l’Europa di migranti irregolari genera confusione, disordine e caos, specialmente in quei governi dove l’opposizione, lontano dal preservare l’interesse nazionale, approfitta di queste situazioni per attaccare la maggioranza, per mero interesse politico ed aumentare, così, i propri consensi.
Il governo Meloni sta, pertanto, cercando di rimediare a quella che si prospetta come una nuova emergenza, con l’implementazione dei corridoi umanitari per le persone in condizione di particolare vulnerabilità. Argomento condiviso dal presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen che ha annunciato lo stanziamento di mezzo miliardo di euro per il reinsediamento in Europa di 50 mila migranti proprio attraverso i corridoi umanitari enfatizzati da Meloni.
L’ondata anomala di migranti trova riscontro nei dossier dei nostri apparati d’intelligence che nei rapporti settimanali sull’immigrazione sottolineano come in Libia, nei campi di detenzione ma non solo, ci siano 685 mila migranti irregolari pronti a partire per sbarcare sulle coste italiane.
Nel 2022 gli arrivi sono stati 104 mila, mentre nei primi tre mesi del 2023 sono stati già 17.592.
Corsera fornisce la situazione dei centri d’accoglienza in Italia. 33.244 sono accolti nei centri Sal, gestiti da enti locali e terzo settore. 74.937 sono acolti nei centri di accoglienza gestiti dal Viminale. La regione che ospita più migranti è la Lombardia con 12.399 persone, seguita da Emilia-Romagna (10.600), Piemonte (9.687) e Lazio (9.540).