(di Francesco Matera) In una sola figura, il segretario generale della Difesa e segretario nazionale degli armamenti, tutto quello che orbita nel Dicastero della Difesa per quanto riguarda le questioni legate alla parte amministrativa, giuridica, economica, disciplinare, concorsuale e al procurement che è la parte forse più importante perchè dedicata all’acquisto di nuovi sistemi d’arma.
In un solo super dirigente tanta responsabilità e soprattutto un carico di lavoro eccessivo per poter seguire con la nesessaria accortezza tutti i processi che poi portano all’acquisizione di nuovi armamenti per le nostre forze armate. Da qui la decisione dell’attuale esecutivo di procedere alla divisione delle cariche: da una parte il segretario generale della Difesa e dall’altra un direttore nazionale degli armamenti. Il segretario generale della Difesa potrà essere anche un dirigente civile, mentre l’incarico di direttore degli armamenti rimarrà appannaggio della sola sfera militare.
Il governo ha presentato, pertanto, un emendamento al decreto Pa, all’esame delle commissioni Lavoro e Affari costituzionali della Camera che approderà in aula alla Camera lunedì 5 giugno.
L’emendamento vuole «definire i lineamenti complessivi della riorganizzazione del ministero della Difesa», introducendo le rimodulazioni necessarie a separare «gli incarichi e le attribuzioni del Segretario generale della Difesa da quelle del direttore nazionale degli armamenti».
Il ministro Crosetto ricorda alle opposizioni che hanno alzato le barricate sul provvedimento che la divisione dei ruoli era stata sostenuta anche dai ministri Roberta Pinotti (Pd) e Elisabetta Trenta (M5s) e rammenta che la stessa divisione dei ruoli è presente in quasi tutti i dicasteri della Difesa dei Paesi democratici. Sdoppiare le cariche, secondo il governo, è un intervento «strategico» a tutela delle «necessarie efficacia e prontezza» che la Difesa è chiamata a fornire. Crosetto ha anche precisato che l’idea di sdoppiare le cariche era allo studio da anni ed era stata prevista per la prima volta già nel Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa del 2015 e nel disegno di legge presentato allora dal ministro della Difesa Pinotti.
L’emendamento interviene anche su un’altra questione spinosa che riguarda gli impedimenti per l’avanzamento al grado superiore dei militari rinviati a giudizio o ammessi a riti alternativi per delitti non colposi. Con l’emendamento gli effetti degli elementi ostativi solo dopo una sentenza di condanna in primo grado.
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