di Emanuela Ricci
E’ partito il tam tam dei proclami. Questa volta cambiamo approccio con l’inasprimento delle leggi e l’inizio di un percorso formativo a scuola. Così l’esecutivo ma anche l’opposizione, questa volta con una sola voce, cercano di mettere la parola fine alla lunga sfliza di femminicidi, 103 donne ammazzate nel solo anno 2023. Speriamo che questa volta si riesca davvero ad arginare l’odioso fenomeno sociale e che non sia solo una reazione scontata a poche ore dal ritrovamento del cadavere di Giulia.
Una tragedia annunciata
L’epilogo di una tragedia che ha tenuto tutta l’Italia con il fiato sospeso. La speranza era quella di una fuga dei due ragazzi, anche se alcuni indizi facevano temere il peggio. Alle 11.30 dell’altro ieri, un operatore della protezione civile e il suo cane hanno ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin. Avvisati immediatamente i vigili del fuoco, i carabinieri di Pordenone insieme al personale del comando provinciale di Venezia ma anche i medici legali indicati dalla Procura di Venezia e i carabinieri del Ris di Parma.
A scoprire il cadavere un cane che, a dire del suo padrone, si comportava in modo strano, era agitato, subito dopo, riferisce ai cronisti, ho visto le buste nere, le ho sollevate e c’era lei.
Sotto un dirupo di circa cinquanta metri tra la fitta vegetazione, il povero corpo era avvolto in buste nere, probabilmente un modo per nascondere il maglioncino colorato di Giulia. Il dirupo si trova a cento metri dalla strada che da Piancavallo porta a Barcis.
Sul corpo evidenti segni di percosse e contusioni, ma anche numerose coltellate sul collo e sulla testa e, sulle mani (circa 20 sarebbero le coltellate inferte è emerso dai privi rilievi del medico legale). Gli investigatori dicono che Giulia ha provato a difendersi. Gli indizi portano a pensare alla premeditazione di Filippo Turetta (buste nere, nastro adesivo, denaro in contanti e sul pc trovate ricerche su kit di sopravvivenza etc.).
Un video registrato dal sistema di sorverglianza di un’azienda presso la zona industriale di Fossò (Venezia) mostrava Filippo mentre colpiva Giulia alla testa mentre lei cercava di fuggire. Filippo l’ha poi trascinata esanime e caricata nel bagagliaio per poi dirigersi nella zona del Lago di Barcis.
Ora lo studente veneto che aveva fatto perdere le proprie tracce dalla tarda serata di sabato 11 novembre, per poi essere immortalato da alcune telecamere sia nel Bellunese che in Austria, si trova rinchiuso nel carcere della città tedesca di Halle. L’altra sera, intorno alle ore 22, Turetta, dopo una fuga disperata di mille chilometri, è stato fermato da una pattuglia, allertata da alcuni automobilisti in transito, mentre di trovava a bordo della sua Fiat Grande Punto nera nella corsia d’emergenza dell’autostrada A9, senza luci e senza benzina. Il luogo del fermo è Bad Duerrenberg.
Filippo Turetta, indiziato per aver ucciso l’ex fidanzata di Giulia Cecchettin, come comunica la polizia di Halle an der Saale, città del Bundesland Sachsen-Anhalt, ieri pomeriggio “verso le ore 17 è stato portato davanti al giudice del Tribunale di Halle che ha deciso di arrestare il cittadino italiano”.
I tempi per l’estradizione vanno da 60 a 10 giorni, semprechè l’indiziato chieda di sua sponte il rientro in Italia. Il legale di Turetta ha detto ieri sera che il suo cliente ha chiesto spontaneamente il rientro in Italia. A questo punto il rimpatrio potrà avvenire entro 48 ore.
Il movente
Nel frattempo si cerca di capire il movente. La sorella di Giulia, Elena è chiara: “Filippo non voleva il distacco”. “L’ipotesi è che aveva pianificato qualcosa, magari non di ucciderla ma di andarsene con lei”, scrivono gli investigatori che stanno lavorando al caso. Alle 22.43 di sabato Elena riceve un messaggio: “Mi ha chiesto un consiglio per le scarpe ma non ha più risposto”.
Nonostante Elena consigliasse Giulia di non uscire più con il Turetta, lei si dispiaceva di lasciarlo da solo, dopo la separazione di agosto scorso, perchè lui si condifava con Giulia dicendo che la sua vita non aveva più senso. Giulia, pertanto, usciva per aiutarlo a superare il periodo di crisi, del distacco. Anche il padre di Turetta, intervistato ieri sera, ha fatto trapelare il disagio del ragazzo per la separazione: “Siamo ancora sotto shock da quello che ha combinato nostro figlio. Non capiamo come possa essere successa una cosa del genere, e porgiamo le massime condoglianze, siamo vicinissimi alla famiglia di Giulia, perché le volevamo bene”. Giulia “l’abbiamo conosciuta bene. Veniva qua con Filippo ci vedevano. Sembrava una coppia perfetta; nessuno riporterà più Giulia. Siamo molto vicini a questa famiglia, e non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così un ragazzo a cui abbiamo cercato di dare tutto”.
Le reazioni
Ieri sera fiaccolata al paese di Giulia, Vigonovo e a Milano. Nicola Turetta, padre di Filippo, il 22enne accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin, non ha ancora sentito la famiglia della vittima. A una domanda di LaPresse se andrà a trovarla, ha risposto: “Appena avrò il coraggio di farlo, sì”.
Gino Cecchettin chiarisce anche di non aver sentito i genitori di Filippo. E ringrazia il ministro per la laurea ma “in cuor mio Giulia si è laureata giovedì”.
“Ragazze, denunciate così avrete salva la vita”, dice Gino Cecchettin, rivolgendosi ad altre potenziali vittime di femminicidio.
Meloni: “Proseguiamo nella lotta contro la barbarie”
“Ogni singola donna uccisa perché colpevole di essere libera è una aberrazione che non può essere tollerata e che mi spinge a proseguire nella strada intrapresa per fermare questa barbarie”. Lo scrive sui social la premier Giorgia Meloni. Che ricorda che “è già stato approvato all’unanimità dalla Camera, e mercoledì sarà in aula al Senato, il nostro disegno di legge per il rafforzamento delle misure di tutela delle donne in pericolo”, sono stati aumentati “considerevolmente i fondi per il piano anti-violenza e per la tutela delle donne in uscita da situazioni di violenza. È già pronta una campagna di sensibilizzazione nelle scuole”.
Valditara: martedì un minuto di silenzio in tutte le scuole
“Domani invierò a tutte le scuole italiane un invito a rispettare un minuto di silenzio nella giornata di martedì in onore di Giulia e di tutte le donne abusate e vittime di violenze”. Lo scrive sui social il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, annunciando che mercoledì sarà presentato in conferenza stampa il piano “Educare alle relazioni”, che è “frutto di un lavoro accurato del Ministero all’insegna di un confronto ampio e di un pluralismo di apporti”.
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