di Pasquale Preziosa
Il Telegraph in un articolo a firma di Blake Herzinger, ricercatore dell’USSC in politica estera e difesa, ha riportato che gli scienziati cinesi, in una simulazione di guerra contro gli Stati Uniti, hanno affermato che le armi ipersoniche della Cina potrebbero distruggere la nuova portaerei Gerald R. Ford.
Nella simulazione i cinesi hanno affermato di aver impiegato 24 missili ipersonici antinave con un attacco simultaneo da tre direzioni differenti.
A febbraio 2023, l’esercito cinese aveva lanciato con successo un missile balistico su piattaforma mobile a raggio intermedio (5000-8000 km) denominato DF-27/ CSS-X-24 che può essere dotato di testate convenzionali o nucleari con capacità ipersoniche (HGV) in grado di colpire obiettivi terrestri con una variante per centrare obiettivi navali.
Il DF-27 (IOC-2021) possiede un’alta probabilità di elusione della difesa missilistica balistica degli Stati Uniti, ritenuta insufficiente per il contrasto delle minacce ipersoniche.
La Cina sta crescendo non solo nel campo missilistico ma anche in campo navale e nucleare.
Il progetto missilistico cinese ha due obiettivi principali: aumentare il livello di deterrenza militare, costituire minaccia per la talassocrazia statunitense ora in grado di dominare tutti gli Oceani.
“Capire la dinamica dei chokepoint è essenziale per comprendere la geopolitica… Nel dominio marittimo sono stati identificati undici punti di strozzatura importanti ciascuno dei quali è vitale per il movimento delle navi”.
Di fronte al continente cinese sono state identificate tre catene di isole (8000 km) a distanza crescente che si estendono dalla Russia all’Indonesia.
La prima catena di isole comprende l’isola di Taiwan posta a soli 150 Km dalle coste cinesi con gli stretti di Luzon e di Miyako, facilmente controllabili dalle coste cinesi con altra tipologia di armi ipersoniche.
La secondo catena di isole comprende la base USA posta nell’Isola di Guam che dista dalle coste cinesi 2000 miglia nautiche: la capacità missilistica DF 26 è in grado quindi di esercitare dominance sulla seconda catena di isole.
Anche la marina cinese è in veloce crescita sia nel numero delle navi da combattimento sia nel loro tonnellaggio.
I cacciatorpediniere USA hanno in genere un dislocamento di 9.700 tonnellate mentre quelle cinesi sono più grandi almeno del 50%, superando di fatto in tonnellaggio gli incrociatori lanciamissili statunitensi.
Le navi della Guardia Costiera cinese sono le più imponenti mai costruite.
Anche per la parte sottomarini a propulsione nucleare (cantiere navale di Huludao) che si affiancheranno a quelli diesel già in uso, la Cina si sta preparando per poter condurre attacchi di precisione a lungo raggio utilizzando missili da crociera.
Gli USA, al momento, mantengono un vantaggio competitivo sia per il numero di portaerei sia per numero e capacità dei sottomarini nucleari.
Mentre tutti gli obiettivi navali e terrestri occidentali soffrono di una minore capacità di difesa contro le armi ipersoniche russe o cinesi, la capacità “underwater rimane l’unica non vulnerabile alla capacità ipersonica.
La deterrenza occidentale deve, quindi, fare molta leva sulle capacità underwater possedute per mantenere il vantaggio competitivo conquistato nel tempo, nel mentre avrà la necessità di: raggiungere la piena capacità ipersonica, ripristinare la sufficienza del sistema Antimissile, potenziare le capacità di avvistamento satellitare.
La competitività nel nuovo mondo si basa sulla Knouledge-intensive.
Il successo competitivo è determinato dalla creazione di conoscenze e non dalla innovazione per imitazione.
L’occidente presenta una più lenta crescita della popolazione e quindi avrà la necessità di raggiungere nuovi livelli di abilità e nuovi livelli di contributo umano.
È il momento per tutti i paesi occidentali di mettere a punto in sinergia pubblico-privato nuove tecnologie rivoluzionarie, nuovi materiali, sistemi informativi per creare innovazione anche nel Underwater e migliorare la produttività in tutti i settori industriali.
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