Sono 20 i miliardi che l’Italia versa ogni anno a favore del Bilancio Ue, oppure sono tre come sostiene con vigore il Commissario Ue al bilancio Oettinger? Cerchiamo di capirci qualcosa perchè a quanto pare tutti hanno ragione, ma come al solto la verità sta al centro del dibattito.
Il commissario Ue al bilancio, Guenther Oettinger in una intervista al politico.ue ha parlato del contributo che l’Italia versa all’Ue, “le cifre sul contributo dell’Italia all’Ue vanno corrette perché quelle annunciate fin qui sono caricaturali. I miliardi che l’Italia versa a Bruxelles non sono 20 ma 3. L’Italia paga a seconda degli anni fra i 14 e i 16 miliardi ma riceve anche dal bilancio Ue cifre altrettanto sostanziose: sottraendo quanto riceve da quanto da si ottiene che l’esborso effettivo dell’Italia a favore del bilancio europeo è di tre miliardi. I fondi Ue vanno ai programmi di coesione, ricerche e infrastrutture in quanto gli stati membri sono i beneficiari della politica di bilancio europea”. Peccato che l’Italia non è in grado di utilizzarli e puntualmente li rimanda indietro. “In merito alla alla minaccia di veto al bilancio Ue, Oettinger, “ne prendiamo atto, ma non abbiamo intenzione di reagire”. Al riguardo dei migrati il commissario afferma che “sino a due anni fa l’Europa dava troppo poco sostegno all’Italia sui migranti, ma da quel momento,”la Commissione sta facendo quello che è in suo potere per aiutare l’Italia”.
Il vice premier Di Maio su Fb, “l’approvazione del quadro finanziario pluriennale dei prossimi sette anni, che vorrebbero far passare in fretta e furia prima delle prossime elezioni europee, non è un dogma. Non glielo lasceremo fare, se la situazione sull’immigrazione non cambierà. Di qui a breve il veto sarà certo. Secondo l’Europa il veto del governo italiano sul bilancio e sui contributi netti è una farsa. Questo la dice lunga sulla considerazione che hanno del nostro Paese. Evidentemente sono abituati a premier e ministri italiani che vanno a Bruxelles con il cappello in mano. Il commissario Oettinger ammette che sui migranti siamo stati lasciati soli, e poi si accoda sulla scia del “non si può fare”. Una nota di Berlino parla ancora, nonostante tutto, dei sacri dogmi contenuti nei Trattati. Una visione miope e a tratti folle che non è capace di fotografare la realtà. Specialmente perché, per loro, i sacri Trattati si possono interpretare; altrimenti dovrebbero pagare miliardi di Euro per il loro eccessivo export che danneggia tutto il sistema economico comunitario. La musica in Europa è destinata a cambiare, il finanziamento non è un dogma e non lo sarà nemmeno quando si inizierà a parlare di una vera solidarietà, e non di vincoli insostenibili tanto dal punto di vista sociale quanto da quello economico”.
Sulle quote italianesi era espresso anche il portavoce della Cancelliera Angela Merkel, Stef- fen Siebert, “iI finanziamento del bilancio europeo è stato ratificato nei Trattati europei. E vale per tutti. È chiaro che la migrazione è una sfida per l’Ue e che c’è bisogno di una risposta comune”.
Gli ha fatto eco anche Il ministro dell’Interno tedesco Horst Seehofer che si dice convinto che presto si arriverà a un’intesa con l’Italia per il rinvio dalla Germania dei richiedenti asilo già registrati nel Paese, al riguardo, “siamo già molto avanti e arriveremo ad un accordo”.
Non poteva mancare la risposta del presidente francese Emmanuel, “l’Italia è contro l’Europa che non è solidale sul piano migratorio, ma è per l’Europa dei fondi strutturali, quando sento certi ministri”.
Il Messaggero in un articolo riporta che dati dell’Europarlamento nel 2016 forniscono gli unici dati ufficiali sulle quote versate dall’Italia. Ha versato 13,94 miliardi al bilancio europeo e raccolto, per conto dell’Ue, 2,23 miliardi in dazi doganali da cui ha il diritto di trattenere il 20% per spese amministrative. Di contro, Bruxelles ha assicurato all’Italia fondi per 11,59 miliardi per lo più destinati ai comparti dell’agricoltura e dei fondi regionali per le infrastrutture e le politiche di sviluppo. Secondo quanto stabilito dalla Corte dei Conti a inizio anno fra il 2010 e il 2016 l’Italia ha versato a Bruxelles circa 37 miliardi in più di quanto abbia ricevuto. E tuttavia anche in quella relazione la magistratura contabile sottolineava gli enormi vantaggi assicurati al nostro Paese dalla partecipazione all’Unione Europea in termini di mercato unico ma anche di stabilità finanziaria che se fossimo da soli non saremmo mai in grado di garantire.
Tuttavia la crisi politica accesa con l’Ue ha agitato il differenziale fra i Btp e i bund tedeschi che si attestato a 282 punti base.