Dopo il G7 in Puglia ora la vera partita si fa in Europa dove si dovranno decidere coloro che guideranno le istituzioni comunitarie
di Emanuela Ricci
Domani la premier Giorgia Meloni volerà a Bruxelles per partecipare ad una cena organizzata al presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Una cena tutt’altro che piacevole dal momento che si dovranno gettare le basi per poi proporre nomi in grado di polarizzare una maggioranza solida in seno alle istituzione europee. Obiettivo? Una Commissione UE in grado di saper affrontare con autorevolezza le sfide attuali a livello internazionale ma soprattutto quelle future che, dopo le elezioni americane di novembre, potrebbero davvero toccarci “molto da vicino”.
La candidata dei Popolari Ursula von der Leyen potrebbe avviarsi verso un bis del suo mandato, in seno alla Commissione. La Meloni al riguardo è molto pragmatica: “Quella sarà la sede per aprire le nostre valutazioni. Quando arriverà la proposta del Ppe, vedremo anche quali saranno le valutazioni sugli altri ruoli di vertice”. Meloni è ferma sul fatto che l’Italia meriti posizioni di rilievo: “all’Italia venga riconosciuto il ruolo che le spetta, in termini di competenze delle quali ci si dovrà occupare quando si formerà la Commissione e ci saranno i commissari. L’Europa comprenda il messaggio chiaro che è arrivato dai cittadini europei, che chiedono pragmatismo e un approccio meno ideologico”.
Meloni in riferimento al G7, per citare i temi più cari all’Italia, ha detto che “per la prima volta si è parlato di governo dei flussi migratori, di affrontare le cause profonde della migrazione per garantire il primo diritto: quello a non emigrare. Abbiamo preso impegni anche sull’altra faccia della medaglia, quella della lotta contro i trafficanti di essere umani. Abbiamo convenuto che è necessaria una coalizione globale contro i trafficanti”.
Domani a Bruxelles alla cena dei capi di Stato e di Governo sul tavolo oltre alle vivande ci saranno le spine delle nomine dei vertici di Commissione, Consiglio e Parlamento, oltre che all’importante incarico di Alto rappresentante per gli Affari esteri.
Secondo gli esiti delle recenti votazioni la spartizione prevede che Commissione e Parlamento vadano al Ppe, il Consiglio europeo ai socialisti e l’Alto rappresentante Ue ai liberali. Meloni però ci tiene a ricordare i numeri dei conservatori dell’Ecr che seguono di poco la terza forza costituita dai liberali. Le votazioni si svolgeranno nella formula plenaria. Il Ppe può far leva con i suoi 13 leader nazionali: i premier polacco Tusk e greco Mitsotakis, per i socialisti (4 leader) il tedesco Scholz e lo spagnolo Sanchez, per i liberali (4) il dimissionario belga De Croo e la estone Kaja Kallas, che è data per favorita alla guida della diplomazia Ue, anche se ci sono ancora alcuni dubbi. Per ora la soluzione che potrebbe accontentare tutti prevede il bis della von der Leyen alla Commissione con l’ex premier portoghese Costa al Consiglio europeo, mentre la Metsola sembra essere favorita per il Parlamento Ue.
Certo è che alla von der Leyen servirebbero, come il pane, i voti di Ecr per consolidare una maggioranza granitica anche se socialisti e liberali dicono da settimane ai popolari che per sostenere von der Leyen non ci dovrà essere alcun accordo con i conservatori dell’Ecr e con l’estrema destra di Identità e democrazia.
Non a caso, per tenere calda la questione, il cancelliere Scholz ha posizionato la Meloni all’estrema destra dello spettro politico, in un’intervista rilasciata ad un giornale tedesco. Il cancelliere tedesco ha poi detto che ci sono tutte le indicazioni acchè von der Leyen possa svolgere un secondo mandato.
La cena di Bruxelles potrà dare ulteriori indicazioni sul futuro dei vertici dell’Unione europea sperando che vengano prese in considerazione le indicazioni delle recenti votazioni che vedono la compagine dei conservatori vicinissima ad essere la terza forza politica comunitaria (a pochi voti dai liberali). Di ciò non si potrà non tener conto per equilibrare un governo che, composto da sole forze progressiste, non avrebbe uno scarto di numeri ideali per poter svolgere con tranquillità il suo mandato in un momento delicatissimo a livello internazionale. Si spera che la quadra sarà raggiunta a breve per poter dare agli europei istituzioni già operative entro fine giugno.
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