Ursula von der Leyen è stata eletta per la seconda volta alla guida della Commissione UE dalla plenaria di Strasburgo con 401 voti favorevoli, 284 contrari, 15 astenuti, contando su 41 voti di scarto, rispetto alla soglia di 360 voti. Cinque anni fa ne aveva solo 9 di scarto.
di Emanuela Ricci
I Patrioti e L’Europa delle nazioni sovrane, hanno votato contro insieme alla Sinistra. I Verdi hanno deciso di sostenere von der Leyen con qualche riserva sulla volontà reale della neo commissaria di promuovere con convinzione il Green deal. Certo è che i verdi hanno dovuto cedere alle lusinghe per evitare “spiacevoli” sorprese da parte delle destre europee.
La componente di Fratelli d’Italia ha votato contro von der Leyen per via dell’ingresso dei Verdi le cui politiche risultano incompatibili con quelle dei meloniani. Qualche avvisaglia l’aveva lanciata il copresidente dell’Ecr Nicola Procaccini, spiegando, poche ore prima del voto, che nel gruppo le delegazioni avrebbero votato sulla base del proprio interesse nazionale.
Il presidente del Consiglio italiano ha, però, subito voluto chiarire il suo buon rapporto con von der Leyen, precisando che nel suo discorso programmatico la presidente ha confermato le aspettative. Von der Leyen ha parlato di un nuovo piano per un’Europa sostenibile, prospera e competitiva, attraverso il mantenimento della rotta sul Green deal con pragmatismo, neutralità tecnologia e innovazione. Ha confermato il sostegno all’Ucraina e la necessità di una vera Unione della difesa, che avrà un commissario ad hoc. Ha insistito sulla protezione dei confini Ue con il rafforzamento di Europol e Frontex. Ha parlato di nuovi modi per contrastare la migrazione irregolare nel rispetto del diritto internazionale, garantendo soluzioni sostenibili ed eque per i migranti. Ha anche promesso di intensificare il lavoro sui rimpatri e di prestare particolare attenzione al Mediterraneo con una nuova agenda e un commissario di settore. Si è poi impegnata ad affrontare la crisi abitativa che affligge l’Europa con un commissario agli alloggi. Mentre un vicepresidente coordinerà la Sburocratizzazione, che aiuterà le Pmi a crescere.
I portafogli avranno titoli e competenze diverse. Alcuni accorperanno più direzioni generali, altri resteranno nel concreto gli stessi, ma con titoli diversi. La Difesa, ad esempio, potrebbe essere formalmente accorpata all’Industria. Ci sarà un commissario per la difesa dei Valori e della Democrazia europea.
Il Pnrr avrà il suo spazio e sarà affiancato al Bilancio. Al momento in pole position ci sarebbe il ministro per gli Affari Ue, il Sud, la Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto anche se la partita si giocherà tra von der Leyen e i singoli Stati sui profili che le 27 cancellerie indicheranno. La presidente attenderà almeno due candidature per Stato membro, un uomo e una donna.
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