di Antonio Adriano Giancane
Masoud Pezeshkian, sostenuto dai riformisti, ha prevalso al secondo turno delle elezioni presidenziali, diventando il nono presidente del regime iraniano. Il quartier generale elettorale ha reso noto il risultato finale il 16 luglio scorso, dichiarando Pezeshkian vincitore con oltre 16 milioni di voti. Dei 30 milioni di votanti, circa il 49% degli aventi diritto hanno scelto Pezeshkian.
Il testa a testa tra Pezeshkian e Jalili è stato chiaro sin dal primissimo spoglio delle schede che già alle sette del mattino, ora italiana, vedeva rispettivamente il 42,6% e il 38,8% delle preferenze. Masoud Pezeshkian, medico 70enne ed ex ministro della Sanità durante la presidenza di Mohammad Khatami tra il 2001 e il 2005, durante i dibattiti televisivi ha promesso maggiore apertura in politica estera ed è stato appoggiato da Javad Zarif, l’ex ministro degli Esteri che firmò l’accordo sul nucleare, noto come JCPOA, del 2015.
Il risultato delle elezioni influenzerà non solo la politica interna dell’Iran, ma anche le relazioni internazionali, specialmente in relazione all’accordo nucleare e alle dinamiche regionali. Con il nuovo presidente dell’Iran infatti si aspetta, oltre ad un abbassamento della censura interna, un approccio nuovo all’economia e una politica per affrontare corruzione, inflazione e sanzioni, anche l’attuazione di una politica internazionale che si pone come obiettivo quello di migliorare le relazioni con l’Occidente senza però compromettere i legami con Pechino e Mosca.
Con l’elezione del nuovo presidente iraniano, Masoud Pezeshkian, si apre quindi una nuova fase della politica internazionale dell’Iran, caratterizzata da potenziali cambiamenti significativi nei rapporti con l’Occidente e altri attori globali. Pezeshkian, un riformista, ha promesso un approccio costruttivo e pragmatico nelle relazioni internazionali, evidenziando la necessità di dialogo e cooperazione come precondizioni per affrontare le sfide economiche interne, tra cui l’inflazione e la stagnazione economica.
Relazioni con l’Occidente
Uno degli aspetti più rilevanti della politica estera di Pezeshkian sarà il tentativo di migliorare le relazioni con l’Occidente, in particolare con l’Unione Europea e gli Stati Uniti. La sua amministrazione potrebbe cercare di riaprire i negoziati sul nucleare, lavorando verso un rientro nell’accordo del 2015 (JCPOA) o una sua rinegoziazione. Un tale passo potrebbe portare a un allentamento delle sanzioni economiche che hanno gravemente colpito l’economia iraniana.
Pezeshkian potrebbe inoltre operare uno sforzo per riavvicinarsi alle potenze europee, che negli ultimi anni hanno mantenuto una posizione critica verso l’Iran a causa delle preoccupazioni sui diritti umani e sulle attività regionali.
Sebbene il presidente durante la sua campagna elettorale abbia promesso riforme interne e una riduzione della censura, dovrà bilanciare queste promesse con le pressioni dei conservatori interni. Una diplomazia più aperta e trasparente potrebbe aiutare l’Iran a migliorare la sua immagine globale e a rafforzare la sua posizione negoziale, affacciandosi così a nuove opportunità economiche e commerciali favorendo investimenti e partnership tecnologiche.
Politica economica internazionale
Sul fronte economico, Pezeshkian sembra determinato a promuovere un’agenda di crescita e sviluppo sostenibile. La sua amministrazione potrebbe cercare di attrarre investimenti stranieri e migliorare le infrastrutture del paese attraverso accordi commerciali internazionali. Collaborazioni con istituzioni finanziarie globali e l’adesione a iniziative economiche regionali potrebbero essere altrettanto rilevanti.
Contemporaneamente, Pezeshkian ha indicato l’intenzione di mantenere stretti legami con i paesi che hanno sostenuto l’Iran durante i periodi di sanzioni, come Russia e Cina. Tuttavia, il nuovo presidente potrebbe anche cercare di ridurre le tensioni con i vicini regionali, come l’Arabia Saudita, attraverso iniziative diplomatiche e dialogo. La stabilità regionale è vista come un elemento cruciale per la sicurezza e la prosperità dell’Iran.
In conclusione, la politica internazionale di Pezeshkian potrebbe rappresentare un significativo allontanamento dal passato recente, puntando a un equilibrio tra riforme interne e un rinnovato impegno globale. Il successo di queste politiche dipenderà dalla capacità del presidente di navigare tra le pressioni interne e le aspettative internazionali, mantenendo un approccio pragmatico e costruttivo. La comunità internazionale osserva con attenzione, nella speranza che questo nuovo corso possa portare a un periodo di maggiore stabilità e cooperazione.
Subscribe to our newsletter!