Oltre a Hezbollah potrebbero intervenire gli Houthi dallo Yemen, le milizie sciite in Iraq e Siria e i Pasdaran dall’Iran. Ieri due persone sono state ammazzate a coltellate da un attentatore palestinese a Holon, zona nelle immediate vicinanze di Tel Aviv. La Russia avrebbe fornito armi per la guerra elettronica all’Iran
di Emanuela Ricci
Continuano i lanci di razzi verso il territorio a nord di Israele da parte di Hamas e Hezbollah. Tutti i proiettili sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Gli esperti sostengono che i miliziani dell’asse della resistenza stiano testando le difese di Tel Aviv e soprattutto cercando di individuarne le postazioni, in previsione di un imminente attacco massiccio da più direzioni: Yemen, Iraq, Siria, Libano, Iran e Gaza. Secondo il giornale americano Axios, un attacco iraniano contro Israele è atteso per oggi. L’Iran questa volta, però, non intende preannunciare l’attacco, così come aveva fatto il 13 aprile scorso.
Ieri Tel Aviv Channel 14 ha diffuso la notizia dell’arrivo a Teheran di armi provenienti dalla Russia. Un regalo di Putin per sdebitarsi della fornitura dei micidiali droni iraniani classe Shahed, ampiamente utilizzati nella guerra in Ucraina. Sarebbero atterrati a Teheran diversi velivoli da trasporto militari con a bordo sistemi avanzati di guerra elettronica mentre a Isfahan e Doshan Tappeh aerei da trasporto Ilyushin avrebbero scaricato munizioni e missili balistici Iskander. Da mesi l’Iran possiede anche i sistemi di difesa missilistica russi S-300 mentre si infittisce la collaborazione tecnologica nel settore dell’energia nucleare.
L’intelligence occidentale, tuttavia, non rileva movimenti di truppe o quant’altro potesse indicare un imminente attacco anche se dai sotterranei dei pasdaran possono uscire, in pochi minuti, dei lanciatori mobili, difficili da intercettare in “real time”. Nel frattempo Israele si prepara al peggio e studia di anticipare le mosse dell’Iran sferrando un attacco preventivo ed altamente deterrente.
L’esercito di Tel Aviv ha avvisato la popolazione del nord della possibilità di rimanere tre giorni senza elettricità, acqua e internet. Sui telefonini cellulari apparirà un messaggio di “allarme” e poi il buio per tre giorni. Sono pronti anche i piani di evacuazione verso alberghi di Gerusalemme o in campi predisposti nel deserto del Negev. Lo Shin Bet, il servizio segreto interno israeliano, ha intensificato le preparazioni del bunker sotterraneo, all’interno di una montagna a Gerusalemme, destinato alla protezione del governo. Il bunker è collegato ad una stanza gemella di Tel Aviv nella Fortezza di Sion, situata sotto la Kirya.
Il portavoce militare israeliano Daniel Hagari, in un messaggio alla popolazione, ha confermato lo stato di altissima allerta delle forze di difesa, sottolineando che le linee guida di condotta rimangono invariate e promettendo un adeguato avvertimento in caso di minaccia. Tuttavia, ha invitato i civili a mantenere alta la soglia di attenzione, ammettendo che le difese aeree di Israele non sono completamente ermetiche.
Un servizio di Canale 12 ha rivelato che una coalizione internazionale, in difesa di Israele, sarà coordinata dalla base del Centcom in Qatar. Il comandante Michael Kurilla, in visita in Medio Oriente, è atteso oggi a Tel Aviv.
Nel frattempo gli Stati Uniti cercano la cooperazione della Giordania per consentire ai velivoli militari statunitensi, inglesi e israeliani di entrare nel suo spazio aereo per intercettare i droni e i missili iraniani. Ieri la visita storica del ministro degli Esteri giordano a Teheran per cercare di mediare e portare Teheran a rivedere la sua posizione si è conclusa con un netto rifiuto. Teheran ha anche avvertito la Giordania di non consentire l’utilizzo del suo spazio aereo ai velivoli della coalizione occidentale pena la rottura delle relazioni diplomatiche tra i due paesi.
Subscribe to our newsletter!