di Emanuela Ricci

Crisi Israele-Hamas, annunciato attacco dell’Iran e i suoi proxy al nemico sionista, guerra in ucraina con un nuovo fronte in territorio russo. In un contesto già di per sè instabile ci mancava anche il risveglio delle turbolenze in Libia grazie alla manina dei mercenari russi che hanno affiancato, sostenuto ed aiutato le milizie del generale Haftar a riprendersi la scena. I russi hanno aiutato Saddam Haftar, figlio e designato successore del generale Khalifa Haftar, nella presa della città di Gadames, situata nel deserto del Fezzan. Un luogo strategico verso Mali, Algeria e Tunisia dove si controllano i flussi migratori provenienti dall’Africa subsahariana e i giacimenti di gas e petrolio. A rischio per la sicurezza anche le compagnie di Italia e Francia che operano nella zona (ENI e TOTAL).

Città, Gadames, che era sotto l’influenza del premier Abdul Hamid Dbeibeh del governo provvisorio di Tripoli. Saddam Haftar avrebbe conquistato anche la città di Al-Shuweirif che consente libero accesso dall’Algeria alla costa mediterranea. A rischio ora è Tripoli che potrebbe essere la prossima a capitolare, dove si registrano già scontri con armi leggeri tra le fazioni rivali.

I mercenari russi oltre al Sahel sono molto influenti anche in Libia dove utilizzano con regolarità il porto di Bengasi per i loro traffici e intendono costituire una base militare stabile a Sirte a favore delle forze regolari di Mosca. Tutto ciò a discapito dei paesi del Mediterraneo, Italia in testa perchè potrebbero gestire i rubinetti dei flussi migratori a loro piacimento.

Stati Uniti, Italia, Francia e Germania hanno rilasciato un comunicato congiunto in cui denunciano l’impasse nel processo politico di dialogo tra Bengasi e Tripoli. “Esiste il rischio di escalation e di scontri violenti. C’è reale preoccupazione per la sicurezza dei confini meridionali della Libia”, si legge. Anche la delegazione dell’UE a Tripoli invita a rispettare il cessate il fuoco, faticosamente raggiunto nel 2020.