L’offensiva nel Kursk: un salto nel vuoto

di Paolo Giordani – presidente Istituto Diplomatico Internazionale

L’incursione ucraina nella regione russa di Kursk è stata salutata con favore dalla stampa occidentale, addirittura come “una svolta” nel conflitto che da più di due anni oppone gli ex fratelli slavi. Qualcuno ha ricordato che l’offensiva attuale materializza l’idea di una “diversione” in territorio nemico nata già nel 2023 durante un briefing militare NATO e subito scartata perché allora sembrava troppo azzardata. Altri, come se fosse di buon augurio, hanno evocato a sproposito la “vera” battaglia di Kursk, quella combattuta nel 1943 da due milioni di soldati russi e tedeschi, sei mila carri armati e quattromila aerei.

Sulla reale portata dell’operazione grava la fitta nebbia della propaganda degli uni e degli altri. Alcuni indizi – come la distruzione di due ponti nel Kursk e l’annuncio ucraino di voler stabilire comandi militari nel territorio occupato, per ora di estensione pari ad una terzo della Val d’Aosta – farebbero pensare che davvero Zelensky punti a ridurre la pressione militare russa sul Donetsk e ad utilizzare le “conquiste” come merce di scambio al tavolo del negoziato. Sarà davvero così?

Gli incursori ucraini rischiano di addentrarsi troppo in territorio russo e autoisolarsi dalle retrovie, l’Armata di Putin avanza ancora nel Donetsk verso Pokrovsk e di negoziati non c’è traccia: anzi, l’unica certezza è che la “diversione” ha intensificato ed esteso il conflitto. Ora anche la Bielorussia ammassa al confine un terzo del suo esercito, mal equipaggiato ma dotato dai russi di testate nucleari tattiche. Insomma, i benefici della “diversione” sono eventuali, mentre è un fatto il superamento dell’ennesima “linea rossa”: in Russia ci sono truppe regolari ucraine, con armamenti occidentali, probabilmente sotto la (mal celata) regia della NATO.

Se l’opinione pubblica occidentale avesse reale consapevolezza dei rischi che si stanno correndo, anche i più bellicisti tra i nostri governi dovrebbero ammettere che, con troppa leggerezza, sta cadendo un tabù dopo l’altro. Era da tempo evidente che l’Ucraina non può riprendere i territori conquistati dai russi e neppure continuare a resistere indefinitamente senza il crescente coinvolgimento delle potenze occidentali. Qual è, allora, il vero obiettivo dell’incursione? E’ il tentativo disperato di allargare il conflitto e coinvolgere direttamente la NATO, prima che il supporto occidentale all’Ucraina si esaurisca?

Abbiamo già evocato il monito di von Clausewitz sulla guerra che, per propria natura, tende a perpetuarsi e “logicamente conduce all’estremo”, se non serve un obiettivo politico realistico.
L’attuale situazione, con l’incursione ucraina in territorio russo, l’avanzata dei russi nel Donetsk, i voli sempre più fitti di droni e missili balistici, senza precisa idea di quale potrebbe essere il punto d’equilibrio di un possibile accordo, crea un vuoto pericoloso che rischia di essere riempito solo dalla logica, implacabile, della guerra stessa. Ci muoviamo a piccoli passi, ma verso dove? Certamente nella direzione sbagliata, col rischio di coinvolgimento diretto della NATO e dell’impiego di armi nucleari tattiche. Cadremmo nel baratro.

Oggi come non mai è cruciale che i leader mondiali mostrino saggezza e lungimiranza. Solo attraverso l’impegno comune per realizzare un preciso disegno politico che tenga conto della “realtà effettuale” possiamo sperare di trovare una via d’uscita da questa crisi. Non sarà indolore, ma la storia insegna che lasciare la guerra a se stessa non è mai la soluzione.
Il rischio di una nuova ”Guerra calda” sul Dnepr non è mai stato così tangibile. Mentre gli occidentali giocano questa partita ad alto rischio, è il popolo ucraino a pagare il prezzo più alto. Dobbiamo fare tutto il possibile per evitare che la situazione degeneri ulteriormente, prima di raggiungere, dovunque sia, il punto di non ritorno in un conflitto sempre più pericoloso e imprevedibile.

Subscribe to our newsletter!

L’offensiva nel Kursk: un salto nel vuoto

| EVIDENZA 2, OPINIONI |