Con l’Intelligenza Artificiale non invecchieremo più

di Aniello Fasano

Era solo il 2005 quando Facebook cominciava a diffondersi fuori dai campus universitari e lo smartphone era solo nella mente di Steve Jobs, che il visionario Ray Kurzwiel, un rinomato inventore e futurista con una carriera su previsioni che sfidano la saggezza convenzionale e autore del libro “The Singularity is near” parlava dell’idea della singolarità, un futuro dove le persone si fonderanno con l’intelligenza artificiale e aumenteranno milioni di volte la potenza di calcolo dei loro cervelli biologici.

Al New York Times Kurzwiel dichiara che “Se crei qualcosa che è migliaia di volte – o milioni di volte – più potente del cervello, non possiamo prevedere cosa succederà”. Alla base di questo progresso c’è l’Intelligenza Artificiale che, attraverso le sue potenzialità, avrebbe amplificato milioni di volte le capacità cognitive trascendendo i limiti biologici. Le tecnologie del futuro, secondo Kurzwiel, offriranno la possibilità di innestare chip neurali attraverso cui continuare a vivere, sfidando anche la morte, costringendo l’uomo a nuove riflessioni dal punto di vista etico. Da quelle fantasie si è passato alla realtà di oggi con ChatGPT e la tecnologia Neuralink di Elon Musk e tutto sembra così reale. Il successo del chatbot ChatGPT e di tecnologie simili ha incoraggiato molti importanti informatici, dirigenti della Silicon Valley e capitalisti di rischio a fare previsioni stravaganti sul futuro dell’intelligenza artificiale e su come cambierà il corso dell’umanità.

I giganti della tecnologia e altri investitori con le tasche piene stanno investendo miliardi nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale e le tecnologie stanno diventando sempre più potenti ogni mese. Molti scettici avvertono che le previsioni stravaganti sull’Intelligenza Artificiale potrebbero sgretolarsi mentre l’industria lotta con i limiti delle materie prime necessarie per costruirla, tra cui energia elettrica, dati digitali, matematica e capacità di calcolo. 

L’Intelligenza Artificiale ha iniziato a migliorare rapidamente nei primi anni del 2010 quando un gruppo di ricercatori dell’Università di Toronto ha esplorato una tecnologia chiamata rete neurale. Questo sistema matematico poteva apprendere competenze analizzando grandi quantità di dati. Ha iniziato a funzionare in modo sorprendente, grazie alle enormi quantità di dati che il mondo aveva caricato su Internet e all’arrivo della potenza di calcolo grezza necessaria per analizzare tutti quei dati. 

Tanti ricercatori credono che le tecnologie che guidano chatbot come ChatGPT potrebbero diventare pericolose, addirittura potrebbero distruggere l’umanità. Ma Kurzweil è più ottimista, ha previsto da tempo che i progressi nell’IA e nella nanotecnologia, potrebbero alterare i meccanismi microscopici che controllano il comportamento dei nostri corpi e le malattie che li affliggono, respingeranno l’inevitabilità della morte. “Presto queste tecnologie estenderanno la vita a un ritmo più veloce dell’invecchiamento delle persone, raggiungendo infine una ‘velocità di fuga’ che consente alle persone di estendere le proprie vite indefinitamente. Entro i primi anni del 2030, non moriremo più a causa dell’invecchiamento, ha detto Kurzweil.

Le opinioni di Kurzweil hanno suscitato reazioni contrastanti nella comunità scientifica. Inizialmente accolte con scetticismo oggi stanno guadagnando credibilità. 

Kurzweil dipinge un futuro dove l’intelligenza artificiale diventa parte integrante dell’esperienza umana prevedendo che l’IA raggiungerà l’intelligenza umana entro il 2029 e che l’uomo si fonderà con le macchine entro il 2045. Nel frattempo, immagina interfacce neurali che collegheranno il cervello al cloud, permettendoci di accedere a tutta la conoscenza umana con un pensiero e nanotecnologie che potrebbero alterare i meccanismi che controllano il comportamento dei nostri corpi e le malattie che li affliggono. Nel breve termine, si dice sicuro che l’IA rivoluzionerà la medicina con «biosimulazioni» per sviluppare vaccini e cure per cancro e Alzheimer.

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