Attacco aereo russo colpisce casa di riposo a Sumy

Cresce la tensione tra Russia e Ucraina

di Antonio Adriano Giancane

Giovedì mattina, una bomba aerea di fabbricazione russa ha colpito una casa di riposo per anziani di cinque piani nella città di Sumy, nel nord dell’Ucraina, causando almeno una vittima e ferendo altre 12 persone, secondo quanto riportato dal Ministero degli Interni ucraino. Questo attacco rappresenta l’ultimo di una serie di raid aerei che hanno interessato la città nelle ultime settimane, in risposta all’offensiva ucraina nella vicina regione russa di Kursk.

La regione di Sumy, situata a ridosso del confine, è stata utilizzata dall’esercito ucraino come base logistica per lanciare assalti transfrontalieri nella regione di Kursk. Le forze ucraine tornano regolarmente a Sumy dopo missioni oltre confine, e convogli militari vengono spesso avvistati mentre si dirigono verso il fronte. In risposta, l’esercito russo ha intensificato gli attacchi sulla regione, colpendo anche obiettivi civili e causando numerose vittime.

Nel raid aereo di giovedì, nove persone sono rimaste gravemente ferite e sono state trasportate in ospedale. L’edificio, che ospitava 221 persone, ha subito danni significativi al tetto e al quinto piano, ma fortunatamente tutti i residenti sono stati evacuati in tempo. Un video diffuso dal Servizio di emergenza ucraino mostra una scena di devastazione: detriti sparsi ovunque, ambulanze sul posto e operatori impegnati a mettere in salvo gli anziani, mentre le sirene riecheggiavano nell’aria.

Nel frattempo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver completato un “piano di vittoria” per porre fine alla guerra e evitare un “conflitto congelato”, alludendo agli anni di scontri intermittenti nella regione del Donbas prima dell’invasione su vasta scala della Russia nel 2022. Il piano verrà presentato al Presidente statunitense Joe Biden la prossima settimana, durante il Consiglio di sicurezza e l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Sebbene Zelensky abbia fornito pochi dettagli, ha sottolineato l’importanza di creare condizioni di pace accettabili per l’Ucraina, ribadendo che non vi è alternativa alla pace, senza “congelamenti del conflitto” o ulteriori rinvii dell’aggressione russa.

Tuttavia, la strada verso una soluzione pacifica appare ancora lunga e tortuosa. Mosca e Kiev rimangono profondamente distanti su un accordo. Da un lato, l’Ucraina rifiuta categoricamente di cedere territori, mentre la Russia insiste affinché Kiev rinunci alla Crimea e a quattro regioni orientali e meridionali, oltre a esigere che l’Ucraina abbandoni i suoi piani di adesione alla NATO.

Anche sul fronte diplomatico internazionale la situazione è complessa. Mentre Zelensky continua a lavorare per ottenere il sostegno dei suoi alleati, l’ex presidente statunitense Donald Trump, che ha promesso di porre fine al conflitto entro 24 ore se tornerà alla Casa Bianca, non ha fornito chiare indicazioni sulla sua posizione rispetto alla vittoria ucraina, sollevando preoccupazioni a Kiev sulla possibile riduzione degli aiuti militari in caso di sua rielezione.

Anche se Mykhailo Podolyak, consigliere di Zelensky, ha dichiarato questa settimana che l’Ucraina non intende cedere alcun territorio appare chiaro che la speranza di pace, sebbene lontana, rimane l’obiettivo ultimo verso cui l’Ucraina continua a tendere. Il piano di Zelensky rappresenta un primo passo nella costruzione di un futuro senza conflitti, ma la strada da percorrere sarà irta di ostacoli, data la continua escalation militare e la distanza tra le parti coinvolte. Tuttavia, l’impegno diplomatico e la determinazione dell’Ucraina nel difendere la sua sovranità potrebbero aprire spiragli di dialogo, anche se fragili. La speranza di porre fine a uno dei conflitti più devastanti in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale rimane viva, nonostante le difficoltà, alimentata dalla consapevolezza che solo la pace potrà porre fine alla sofferenza di milioni di persone.

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