La morte di Hassan Nasrallah ha messo in crisi i rapporti tra Hezbollah e l’Iran. La precisione e l’efficacia degli attacchi israeliani hanno dimostrato le profonde vulnerabilità all’interno del gruppo e del suo alleato iraniano, lasciando un vuoto di potere e una scia di sospetti che potrebbero ridisegnare gli equilibri geopolitici della regione. Teheran potrebbe iniziare a non fidarsi più dei suoi proxy per via dei sospetti concreti sulle infiltrazioni del Mossad tra i combattenti dell’Asse della Resistenza.
di Emanuela Ricci
La morte di Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, in un raid aereo israeliano ha scosso profondamente l’Iran e l’intera rete dell’Asse della Resistenza, portando alla luce timori di infiltrazioni israeliane nei ranghi più alti del gruppo libanese e del governo iraniano.
Fonti iraniane hanno rivelato a Reuters che il leader supremo dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei, aveva inviato ripetuti avvertimenti a Nasrallah, esortandolo a fuggire in Iran dopo aver ricevuto informazioni su un piano israeliano per eliminarlo. Secondo una delle fonti, un alto ufficiale iraniano, un inviato di Khamenei, il Brigadier Generale Abbas Nilforoushan, si trovava nel bunker di Nasrallah quando è stato colpito dalle bombe israeliane. Nilforoushan, un consigliere militare di fiducia del leader supremo, è stato anch’egli ucciso nell’attacco.
L’intelligence iraniana aveva avvertito che Israele aveva infiltrati all’interno di Hezbollah e stava preparando l’eliminazione di Nasrallah. Tuttavia, Nasrallah, nonostante gli avvertimenti, ha scelto di rimanere nel suo bunker in Libano, fidandosi del suo cerchio ristretto. Questo ha portato a una serie di raid aerei israeliani che hanno eliminato metà del consiglio direttivo di Hezbollah e decimato il comando militare del gruppo.
L’eliminazione di Nasrallah e di figure chiave come Nilforoushan rappresenta uno dei colpi più duri per Hezbollah dal 1980, anno della sua fondazione. La perdita di Nasrallah e degli alti comandanti ha, di fatto, compromesso seriamente la capacità dell’Iran di condurre attacchi contro Israele attraverso Hezbollah. Inoltre, il gruppo libanese si trova ora in difficoltà nel dover identificare un nuovo leader, temendo che anche un successore possa diventare un bersaglio israeliano.
Dopo l’assassinio di Nasrallah, le autorità iraniane hanno avviato un’indagine interna su possibili infiltrazioni nelle Guardie della Rivoluzione e nei vertici della sicurezza nazionale. Un secondo alto ufficiale iraniano ha riferito a Reuters che diverse persone sospettate di collaborare con il Mossad sono state arrestate, tra cui un funzionario che aveva chiesto informazioni dettagliate sui movimenti di Nasrallah.
I sospetti ricadono su alcuni membri delle Guardie Rivoluzione che viaggiano frequentemente all’estero e che hanno parenti residenti fuori dall’Iran. L’intelligence iraniana teme che proprio queste persone possano aver fornito informazioni chiave agli agenti israeliani.
La perdita di fiducia tra Hezbollah e l’Iran, così come all’interno del gruppo stesso, potrebbe minare gravemente la loro collaborazione futura.
Ora l’Iran potrebbe ritornare a colpire obiettivi israeliani all’estero, una tattica che aveva ampiamente utilizzato prima di fondare le sue forze proxy come Hezbollah.
Hezbollah non è riuscito a organizzare un funerale pubblico per Nasrallah, temendo ulteriori attacchi israeliani. Diversi comandanti uccisi negli attacchi recenti sono stati, pertanto, sepolti in modo discreto. Anche questa circostanza dimostra l’attuale debolezza e sfiducia del gruppo terroristico.
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