Il conflitto Russia – Ucraina e il ritorno della guerra di trincea

di Antonio Adriano Giancane

Sembrava appartenere al passato eppure la guerra di trincea ha fatto il suo ritorno nel conflitto in Ucraina: nelle regioni del Donbass, lungo la linea del fronte, oppure a Bakhmut, dove, per mesi, migliaia di soldati si sono affrontati in sanguinose battaglie di posizione. Questa però è anche la prima grande guerra dove i droni – Kiev pochi giorni fa ha schierato i temibili “droni drago” -, le armi di precisione e i sistemi di intelligenza artificiale stanno svolgendo un ruolo decisamente importante.

In questo contesto, un altro aspetto che unisce tradizione e modernità è l’utilizzo sempre più massiccio di “mercenari”, la forza umana che si affianca agli eserciti nazionali. Il fenomeno ha radici molto antiche che risalgono all’Impero Romano dove spesso gli eserciti includevano soldati mercenari provenienti da tribù germaniche. Durante il Medioevo, i mercenari divennero fondamentali nei conflitti europei. Nel Ventesimo secolo, il loro impiego si intensificò nei conflitti post-coloniali, soprattutto in Africa, e durante la Guerra Fredda, quando le potenze globali finanziavano truppe irregolari in guerre “per procura”.

I mercenari, oggi “Foreign Fighters”, operano attraverso società militari private (Private military companies), che offrono molteplici servizi di sicurezza e supporto militare su scala globale.

Stesso fenomeno anche nelle file dei combattenti ucraini. L’uso di soldati stranieri si è concretizzato in Ucraina soprattutto attraverso la formazione della cosiddetta “Legione Internazionale”, annunciata poco dopo l’inizio della guerra dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Questa forza, composta da volontari provenienti da vari Paesi, è stata istituita per accogliere chiunque volesse aiutare l’Ucraina a difendere la propria sovranità contro l’aggressione russa. Questi soldati internazionali affiancano le truppe regolari ucraine nelle operazioni sul campo, spesso dimostrando un alto livello di addestramento militare e specializzazione.

Prova evidente della presenza dei Foreign Fighters sul fronte, secondo quanto dichiarato la scorsa settimana dal Kyiv Post, sarebbero sei i corpi di soldati nordcoreani che sostengono l’invasione russa trovati uccisi da un missile ucraino nella regione di Dontetsk occupata dai russi. Questa dichiarazione, seguita poi da diverse altre notizie non confermate, è giunta dopo l’annuncio dell’ “Accordo di partenariato globale” tra la Corea del Nord e la Russia, firmato da Vladimir Putin in occasione della sua visita a Kim Jong-un a giugno.

Inoltre fonti intelligence occidentali hanno affermato, la scorsa settimana, che la metà dei proiettili utilizzati dalla Russia – circa tre milioni all’anno – sono forniti dalla Corea del Nord la quale, secondo il generale maggiore Kyrylo Budanov, è diventata la principale fornitrice di armi della Russia, con i suoi missili balistici, missili anticarro, missili portatili antiaerei oltre a fucili, lanciarazzi mortai, granate e proiettili di vario calibro “fondamentali” per lo sforzo bellico.

L’impiego di soldati stranieri, sia volontari che mercenari, evidenzia ancora di più la natura sempre più internazionale del conflitto tra Russia e Ucraina. Da un lato, l’Ucraina beneficia del supporto ideologico e militare di chi combatte per la libertà, mentre dall’altro la Russia sfrutta la forza lavoro mercenaria per compensare le proprie difficoltà logistiche e il crescente numero di vittime.

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