Settembre nero per i soldati russi

di Aniello Fasano

Secondo alcuni analisti statunitensi il mese di settembre scorso è stato il più sanguinoso dell’inizio della guerra per le forze russe in Ucraina. La costosa offensiva a Est ha fatto impennare il numero di morti e feriti a oltre 650.000 soldati dall’inizio della guerra, quaranta volte superiore alle perdite subite dalla Russia nell’invasione dell’Afghanistan negli anni ’90.

Come riporta il New York Times, i funzionari statunitensi attribuiscono l’elevato numero di vittime russe a quella che viene descritta come una guerra di logoramento, con ciascuna delle parti che cerca di esaurire l’altra infliggendo più perdite possibili, sperando di spezzare la capacità e la volontà del nemico di continuare a combattere.

I progressi fatti dalle truppe russe nel Donbass sono costanti e incrementali, hanno affermato alcuni funzionari statunitensi che riferiscono come sia cambiato il tipo di guerra che conducono. I russi lo hanno paragonato ad una sorta di tritacarne, con ufficiali comandanti apparentemente disposti a mandare a morire migliaia di soldati di fanteria. In pratica, i comandanti utilizzano tattiche di attacchi di massa note come “ondate di carne”, con attacchi di truppe che si precipitano a prendere d’assalto le posizioni ucraine. Carne da cannone, come nelle guerre di una volta.

Così il numero di vittime giornaliere tra le forze armate russe è rapidamente passato da 1.262 soldati uccisi o gravemente feriti giornalieri, a maggio scorso, a 1.271 di settembre, che è anche il quinto mese consecutivo in cui le perdite dell’esercito russo hanno superato le 1.000 unità al giorno. “È un pò il modo russo di fare la guerra, in quanto continuano a gettare massa nel problema“, ha riferito un alto funzionario militare statunitense, parlando a condizione di anonimato. “E penso che continueremo a vedere perdite elevate anche dalla parte ucraina”.

Nel frattempo la Russia continua a reclutare dai 25.000 a 30.000 nuovi soldati al mese, più o meno quanti ne muoiono sul campo di battaglia, affermano i funzionari statunitensi, queste nuove reclute per lo più scarsamente addestrate, vengono inviate al fronte, nel tritacarne. Funzionari statunitensi riportano anche che il presidente Putin ha cercato in tutti i modi, con bonus e aumenti di stipendio per i soldati volontari, di evitare una nuova mobilitazione di massa, profondamente impopolare nel paese che sta sacrificando tante vite. “Stiamo osservando molto attentamente per quanto tempo questa posizione potrà effettivamente essere mantenuta“, ha affermato un alto funzionario del Pentagono, visti gli ingenti sacrifici di vite umane.

Già in passato le vittime russe erano aumentate drasticamente, in particolare durante gli assalti ad Avdiivka quest’anno e Bakhmut nel 2023. Ma in quei casi le perdite erano distribuite su molti mesi. Ora i comandanti russi speravano di avanzare lungo il fronte nella regione di Donetsk nell’Ucraina orientale e di difendere la regione di Kursk nella Russia meridionale. La Russia chiaramente usa uno dei suoi grandi vantaggi in questa terribile guerra che è la sua numerosa popolazione, circa 146 milioni, tre volte più grande di quella Ucraina, con un ampio bacino di nuove potenziali reclute, anche se scarsamente addestrate.

Oltre alle ingenti perdite umane, sono gravissime anche le perdite dei mezzi impiegati. Da quanto riportano le fonti ufficiali al 1 ottobre 2024 oltre novemila carri armati e più di diciassettemila blindati  russi sono andati persi. Molti di questi sono stati distrutti dai soldati  ucraini o rubati dai contadini e abbandonati sul territorio del paese mentre le truppe russe si ritiravano dalle regioni di Kiev, Kharkiv o Kherson. Le forze ucraine sono inoltre riuscite a distruggere 28 navi da guerra e imbarcazioni russe, tra cui la famigerata “Moskva”, l’ammiraglia della flotta russa del Mar Nero, e un sottomarino.

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