di Vito Coviello – Socio Fondazione AIDR, Responsabile Osservatorio Tecnologie Digitali nel settore dei Trasporti e della Logistica
La rapida accelerazione di quel che potremmo definire il nuovo mondo del terzo millennio, non ammette pause, non concede sconti ad alcuno: o ti adegui alla velocità dei cambiamenti o sei fuori.
In fondo è sempre stata questa la storia dell’evoluzione dell’uomo. Cosa cambia allora rispetto al passato? La velocità.
Tutto accade e si consuma troppo in fretta, tutto diventa obsoleto già domani. Non si fa a tempo di assorbire un cambiamento, che già ne arriva un altro.
Viviamo nella realtà aumentata e l’intelligenza artificiale ci dà ogni risposta ad ogni domanda, poco importa se, poi, non siamo più in grado di sviluppare un processo critico di conoscenza e di osservazione che poggi sulle più solide letture classiche e moderne, o sugli studi degli esperti.
Se non ti adegui, quindi, sei fuori, e l’idea di restar fuori ci spaventa e ci disorienta.
Cambia rapidamente la nostra scala dei valori che poggia sempre meno sulla storia evolutiva dell’uomo e di noi stessi.
L’accelerazione non sempre ci aiuta a vivere meglio il nostro tempo, perché la nostra storia è fatta di conquiste e i valori della democrazia, dei diritti e dei doveri, del rispetto verso gli altri, sono stati riconosciuti dopo lunghe lotte: la velocità di un cambiamento spesso non prevede alcuna tutela.
È giusto non mettere mai limiti all’innovazione e alla ricerca del benessere: dobbiamo lasciarli correre sempre più velocemente e liberi, ma manteniamo le due velocità: lasciamo che quella delle tutele dei diritti a salvaguardia dell’umanità faccia un percorso molto più lento e ponderato.
Saremo persone migliori se sapremo guardarci indietro nel passato e saremo capaci di salvaguardare quanto di buono abbiamo costruito.
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