L’alluvione che ha recentemente devastato Valencia e altre aree della Spagna sta assumendo contorni sempre più tragici. Con oltre 200 vittime e un numero di dispersi ancora imprecisato, la popolazione si trova a dover fare i conti con una delle peggiori catastrofi naturali degli ultimi anni. Molte zone sono sommerse nel fango, le infrastrutture distrutte, e migliaia di cittadini sono rimasti senza acqua potabile, elettricità, e risorse di base. In mezzo alla crisi, però, si sta assistendo a una straordinaria risposta collettiva: cittadini, migranti e volontari stanno offrendo il loro aiuto per portare soccorso e cibo agli alluvionati.
L’ondata di solidarietà ha spinto centinaia di persone a piedi verso le zone più colpite, considerata l’impossibilità a muoversi con i mezzi. Armati di pale e bottiglie d’acqua hanno letteralmente invaso le uniche vie percorribili ostacolando i soccorsi. “Vi chiedo di tornare a casa,” ha dichiarato il governatore di Valencia Carlos Mazón, evidenziando la criticità di mantenere le strade libere per i servizi di emergenza.
Nel frattempo, si sono intensificate le operazioni di ricerca dei dispersi. In uno dei tunnel vicino alla zona di Alfafar e Benetuser, i soccorritori hanno rinvenuto decine di veicoli intrappolati dall’acqua, al cui interno si teme possano trovarsi altre vittime.
L’allerta meteo per l’inferno scatenato dalla “Dana” è ancora in corso e coinvolge altre regioni, in particolare le Baleari. Il premier Pedro Sánchez ha sottolineato la necessità di esercitare la massima cautela. Tuttavia, anche sul fronte politico la tensione è palpabile. L’opposizione, rappresentata da Alberto Núñez Feijóo e dal leader di Vox Santiago Abascal, ha accusato Sánchez di non aver messo in campo abbastanza risorse militari per i soccorsi, rinfocolando la polemica sull’insufficienza dei mezzi schierati.
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