L’asse Russia-Nord Corea mette in allarme la Comunità internazionale

di Emanuela Ricci

La recente decisione della Corea del Nord di schierare l’unità d’élite “Storm Corps”, in supporto alle forze russe in Ucraina è considerata un punto di svolta nel conflitto, evidenziando il rafforzamento dell’alleanza tra Mosca e Pyongyang. Di fatto è come se entrasse in guerra contro l’Ucraina anche la Nord Corea.

Secondo le stime, l’operazione coinvolgerebbe 12.000 soldati nordcoreani, di cui circa 3.000 sarebbero già presenti nella regione russa di Kursk, al confine con l’Ucraina. Questi militari includono forze speciali ben addestrate e reclute ventenni, alcune delle quali sembrano essere malnutrite e poco equipaggiate, come rivelano alcuni video diffusi in rete. L’obiettivo primario delle truppe nordcoreane sarebbe attaccare le posizioni ucraine fortificate, lasciando poi alle forze russe il consolidamento delle linee.

La presenza nordcoreana, ufficializzata attraverso un accordo tra Putin e Kim Jong-un, offre alla Corea del Nord accesso alla tecnologia militare russa, necessaria per il potenziamento del proprio arsenale nucleare e missilistico. Questo patto segna una svolta per entrambe le nazioni, soprattutto considerando che le truppe nordcoreane non hanno combattuto in conflitti di alta intensità dal 1953. I militari nordcoreani sono stati addestrati da istruttori russi su artiglieria, droni e operazioni di fanteria, e sono in prima linea con obiettivi strategici: sebbene carenti di esperienza sul campo, potrebbero rappresentare una risorsa preziosa in un contesto di guerra di logoramento.

Dal punto di vista logistico, la Corea del Nord ha inviato ufficiali di alto rango, come il generale Kim Yong Bok, comandante dello “Storm Corps”, e altri esponenti militari. L’intelligence ucraina, però, ha predisposto materiale in lingua coreana per convincere le truppe di Pyongyang a disertare, consapevole che molti soldati nordcoreani non hanno mai lasciato il loro paese e potrebbero essere demotivati ad affrontare un conflitto internazionale per conto della Russia .

Questa escalation arriva in un momento delicato, con le elezioni presidenziali statunitensi alle porte, e ha attirato l’attenzione internazionale. Il Pentagono ha dichiarato che il dispiegamento nordcoreano rappresenta una “grave escalation” del conflitto, mentre la Corea del Sud e gli Stati Uniti hanno espresso preoccupazioni sulla crescente cooperazione nucleare tra Mosca e Pyongyang. Se la Russia dovesse intensificare l’offensiva e conquistare ulteriori territori, in particolare verso il Donbass, potrebbe ottenere un vantaggio strategico decisivo. Analisti sostengono però che l’efficacia dei nordcoreani non è garantita e che la loro presenza potrebbe non ribaltare gli equilibri sul campo di battaglia. Purtuttavia questa cobelligeranza tra Russia e Nord Corea diventa altamente “tossica” per via dello sviluppo pericoloso delle armi nucleari di Pyongyang grazie all’utilizzo di risorse e tecnologia del Cremlino.

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