La Moldavia sceglie l’Europa

di Emanuela Ricci

Il percorso verso questa vittoria è stato tutt’altro che semplice per Sandu. Nei primi conteggi, infatti, Stoianoglo sembrava in vantaggio, ma il risultato è progressivamente cambiato grazie al supporto della capitale Chisinau e della diaspora, notoriamente favorevoli all’integrazione europea. Questo slancio si è rivelato decisivo, dato che la Moldavia è fortemente polarizzata tra il campo filo-occidentale e quello filo-russo.

Solo due settimane fa, i moldavi erano stati chiamati a votare in un referendum sull’adesione all’Unione Europea, concluso con un risultato positivo seppur di misura (50,46% a favore). La vittoria di Sandu rappresenta quindi una continuità con la scelta espressa dalla popolazione nel referendum e si traduce in un ulteriore passo verso la stabilizzazione del Paese nell’orbita europea, allontanandosi dall’influenza russa.

Tra i primi a congratularsi per il successo di Sandu vi sono stati il presidente francese Emmanuel Macron, che ha lodato la “vittoria della democrazia sulle interferenze esterne”, e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, la quale ha espresso entusiasmo per l’opportunità di lavorare con Sandu verso un futuro europeo per la Moldavia. Questo sostegno internazionale rafforza il percorso tracciato da Sandu verso Bruxelles, nonostante le preoccupazioni di un eventuale aumento delle tensioni con Mosca.

Campagna elettorale e accuse di ingerenza

Nel periodo tra il primo e il secondo turno, la competizione è stata serrata e carica di tensione. L’opposizione e lo schieramento governativo si sono accusati reciprocamente di scorrettezze: da un lato, le autorità hanno denunciato una massiccia compravendita di voti e campagne di disinformazione, inclusi tentativi di intimidazione attraverso email false e minacce di morte. Dall’altro lato, Stoianoglo ha respinto le accuse di legami con il Cremlino e di brogli, ma ha scelto di utilizzare occasionalmente parole russe nei suoi discorsi per consolidare il supporto filorusso.

La polizia moldava ha avviato un’indagine su presunti trasporti organizzati di moldavi residenti all’estero – prevalentemente in Russia – per votare in paesi terzi come la Bielorussia, l’Azerbaigian e la Turchia. Il premier Dorin Recean ha descritto queste azioni come tentativi di seminare paura e disordine nel Paese.

Il voto ha messo in luce la netta divisione politica del Paese. Se da una parte i cittadini della capitale e la diaspora sostengono con convinzione il percorso europeo, dall’altra, le aree rurali e le regioni della Transnistria e della Gagauzia mantengono un forte orientamento verso la Russia. Il ruolo determinante della diaspora è stato quindi centrale per garantire il successo di Sandu.

Il nuovo mandato di Sandu non sarà privo di sfide: da un lato, vi è la necessità di consolidare l’influenza europea nella Moldavia, affrontando le resistenze delle regioni filorusse e assicurando che il sostegno alla democrazia e ai diritti umani non venga ostacolato dalle tensioni geopolitiche con Mosca. Dall’altro, Sandu dovrà proseguire nel percorso di riforme economiche e di trasparenza richiesto dall’Unione Europea come condizione per un eventuale futuro ingresso nella comunità europea.

Immagine generata con IA

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