La Russia e la Corea del Nord siglano un’alleanza militare mentre Trump prepara il disimpegno dall’Ucraina: un nuovo incubo per l’Europa

di Emanuela Ricci

La guerra in Ucraina, giunta ormai al suo secondo anno, sembra entrare in una fase critica con l’emergere di nuove alleanze militari e un cambiamento di rotta da parte degli Stati Uniti. Mentre la Russia rafforza i legami con la Corea del Nord, gli Stati Uniti sotto la futura amministrazione Trump sembrano pronti a disimpegnarsi dal conflitto, lasciando l’Europa potenzialmente isolata nella difesa dell’Ucraina. Questo scenario rischia di vanificare tutti gli sforzi fatti finora da NATO e Unione Europea per sostenere Kiev, mettendo in discussione la sicurezza del continente.

Un nuovo trattato militare tra Mosca e Pyongyang: le implicazioni per il conflitto

Vladimir Putin ha recentemente ratificato un trattato di “partenariato strategico globale” con la Corea del Nord, firmato lo scorso giugno durante una storica visita a Pyongyang. Questo accordo include una clausola di assistenza militare reciproca, il che significa che in caso di attacco contro uno dei due Paesi, l’altro interverrà militarmente. La presenza di truppe nordcoreane in Russia è già un fatto concreto: secondo fonti ucraine, circa 11.000 soldati nordcoreani sono stati schierati a supporto delle operazioni russe, con alcuni di loro presenti nella regione di Kursk, al confine con l’Ucraina.

Il coinvolgimento della Corea del Nord potrebbe rappresentare una svolta nel conflitto, aprendo un nuovo fronte di preoccupazioni per l’Occidente. Josep Borrell, Alto rappresentante dell’UE per gli Affari esteri, ha avvertito che questa alleanza segna una “globalizzazione della guerra”, con il rischio di un’escalation non solo in Europa ma anche nell’Asia orientale. Borrell ha recentemente incontrato i leader della Corea del Sud per coordinare una risposta congiunta e fare pressione diplomatica su Pyongyang affinché interrompa il supporto militare a Mosca.

La svolta americana: Trump pronto a ritirarsi dal conflitto

Nel frattempo, gli Stati Uniti potrebbero presto abbandonare la loro attuale politica di sostegno all’Ucraina. Con la recente vittoria elettorale di Donald Trump, fonti vicine alla sua amministrazione indicano un cambiamento radicale: il piano sarebbe quello di “congelare” il conflitto, accettando de facto l’occupazione russa di circa il 20% del territorio ucraino, compresa la Crimea e il Donbass. In cambio, Trump potrebbe offrire garanzie di sicurezza a Kiev, ma solo a condizione che l’Ucraina sospenda la sua adesione alla NATO per almeno due decenni.

Questa strategia si basa sull’idea che un congelamento del conflitto possa stabilizzare temporaneamente la regione, ma per Kiev rappresenta una resa inaccettabile. “La Crimea è persa”, avrebbe dichiarato Bryan Lanza, ex consigliere di Trump, sostenendo che la nuova amministrazione preferirebbe focalizzarsi su un cessate il fuoco piuttosto che sul ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Zelensky, da parte sua, ha espresso i suoi timori ai leader europei durante un incontro informale a Budapest, dichiarando che “nessuno può prevedere cosa farà Trump”.

Le reazioni di Kiev: diplomazia e preparativi militari

Kiev si trova quindi in una posizione delicata. Dopo una telefonata trilaterale tra Trump, Zelensky e Elon Musk, il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha ha assicurato che il dialogo è ancora aperto e che i team dei due leader inizieranno presto a lavorare su un possibile incontro faccia a faccia. Tuttavia, la pressione su Kiev è enorme: accettare un compromesso significherebbe cedere territorio alla Russia, ma continuare la guerra senza il pieno supporto degli Stati Uniti potrebbe rivelarsi insostenibile.

Nel frattempo, l’amministrazione uscente di Joe Biden ha accelerato l’invio di nuove forniture militari. Washington ha annunciato l’invio di 500 missili intercettori per i sistemi di difesa aerea NASAMS e Patriot, cruciali per proteggere le infrastrutture ucraine dai continui attacchi con droni e missili. La regione di Odessa è stata recentemente colpita da un’ondata di droni kamikaze, con un bilancio di un morto e diversi feriti. Anche Kupyansk, nella regione di Kharkiv, ha subito pesanti bombardamenti con almeno due vittime.

Il futuro dell’Europa: sola contro la Russia?

L’eventuale disimpegno americano lascerebbe l’Europa in una posizione estremamente vulnerabile. Finora, gli alleati europei hanno sostenuto l’Ucraina con forniture militari, assistenza economica e supporto diplomatico, ma senza il contributo decisivo degli Stati Uniti, il peso di questa guerra potrebbe diventare insostenibile. Josep Borrell ha sollecitato gli Stati membri dell’UE a intensificare il supporto a Kiev, includendo anche la possibilità di fornire armi per attacchi contro obiettivi militari all’interno della Federazione Russa. Tuttavia, molti Paesi europei sono riluttanti ad aumentare ulteriormente il loro coinvolgimento diretto nel conflitto.

Il rischio è che l’Europa si trovi costretta a scegliere tra due opzioni difficili: intensificare il proprio impegno militare per sostenere Kiev o accettare una pace imposta che potrebbe compromettere la sicurezza dell’intero continente. L’eventuale fallimento del sostegno occidentale all’Ucraina rappresenterebbe non solo una vittoria per Mosca, ma anche un duro colpo alla credibilità della NATO e dell’UE, che hanno investito miliardi di euro e centinaia di migliaia di vite umane per sostenere Kiev.

L’Europa si trova, pertanto, di fronte a una crisi senza precedenti che potrebbe ridisegnare gli equilibri geopolitici globali. La potenziale alleanza tra Russia e Corea del Nord, unita alla volontà degli Stati Uniti di ritirarsi dal conflitto, lascia l’UE con il compito di fronteggiare da sola una delle più grandi minacce alla sua sicurezza dalla fine della Guerra Fredda. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se l’Europa riuscirà a mantenere la sua unità e a definire una strategia efficace per contrastare le ambizioni di Mosca, o se sarà costretta a rivedere i propri piani, con tutte le implicazioni che ciò comporterebbe per la stabilità e la sicurezza del continente.

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